I vantaggi dell'economia circolare

Ben ritrovati! Il team di Real Economy è pronto per portarvi alla scoperta di come i nostri rifiuti possano diventare sostenibili, alimentando l’economia circolare del domani. Stiamo per mostrarvi come l’industria del settore sta cambiando, adattandosi ad un modello di economia circolare di cui la città di Amsterdam è divenuta portabandiera. Discuteremo poi su quanto l’Europa può fare in più con David Palmer Jones, Amministratore Delegato di Suez UK. Questo stile di vita è da considerarsi molto più del semplice riciclare: dunque, per cominciare vi spiegheremo come l’economia circolare sia diversa dal modo di produrre, consumare e vivere oggi. Economia lineare e circolare: differenze Nell’odierna economia lineare, noi cerchiamo, prepariamo, utilizziamo e smaltiamo: perdiamo il 90% delle materie prime utilizzate per fare, ad esempio, una lavatrice. Le grandi aziende rivendono la metà dei rifiuti, ma piccole e medie imprese non lo fanno, il resto finisce in una discarica, insieme con l’80% delle merci che produciamo, entro i primi 6 mesi. Il passaggio ad un’economia circolare significa cambiare il modo in cui pensiamo ed utilizziamo quella lavatrice, immaginate dei prodotti progettati per mantenere rigenerazione, ricondizionamento e riciclo: ciò equivale a non sprecare nulla, laddove ogni materiale artificiale, di metallo o biodegradabile è riciclato. Utilizzando solo energia rinnovabile, non danneggeremo l’ambiente per risorse costose e difficili da trovare.Andare verso un’economia circolare potrebbe far risparmiare alle imprese europee seicento miliardi di euro, riducendo le emissioni di gas serra. L’economia circolare in Europa vale una gran quantità di denaro: tra il progetto Horizon 2020, fondi strutturali e fondo di coesione si stanno pompando miliardi in risorse, ricerca e innovazione, basse emissioni di carbonio, piccole e medie imprese. Saggiamente, si sta cercando di cambiare le leggi in tutta Europa in materia di rifiuti: obiettivi prefissati per riciclo e discariche, riutilizzo dei propri materiali da parte dei produttori, peraltro incentivati a farlo. #GrowthWithin #infographic – #circulareconomy benefits Europe's GDP, CO2 & household income https://t.co/0rqFOXneyJ pic.twitter.com/ZaoM7jjyfF— Ellen MacArthur Fdn. (@circulareconomy) November 30, 2015 Nell’economia circolare, ora le aziende possono risparmiare parecchio nel loro bilancio, ridurre i costi energetici di svariati milioni ed anche le emissioni di anidride carbonica. Così Guillaume Desjardins ha deciso di vedere come i pionieri stanno attuando tutto ciò. I piani della Commissione Europea e le eccellenze transalpine Riciclare merci in modo che non finiscano in discarica è già pensiero di molti. E se non dovessero essere cestinate? La Commissione Europea sta lavorando a un piano per promuovere i principi dell’economia circolare, quali: – Eco concezione; – estensione di garanzia; – lotta contro la definizione del ciclo vitale di un prodotto, nel settore privato. Alcune aziende hanno già fatto propri i principi dell’economia circolare. Diamo uno sguardo a una di esse! Questo stabilimento francese produce motori per auto e componenti dal 1949. Con un tocco speciale… “Al loro arrivo presso l’impianto, si separano i pezzi troppo danneggiati da quelli che possono essere rigenerati. All’uscita dell’impianto, sono come nuovi”. Ciò ha consentito alla fabbrica di raggiungere l’obiettivo rifiuti zero: non è stato facile da raggiungere, tuttavia è stato pensato sin dalle prime fasi di progettazione della produzione e portato avanti nel corso dell’intera vita della vettura.Dalla culla alla culla! Philippe Loisel: “L’economia circolare inizia dal concepimento: rielaboriamo il design delle parti meccaniche di facile smontaggio per rendere semplice il riciclo, al fine di massimizzarne il recupero”. Tutto questo ovviamente ha un costo, però se i grandi gruppi si lanceranno nella sfida, è chiaro che la formula sarà redditizia. In effetti, i consumatori sono appassionati di prodotti eco-compatibili: oltre l’80% definiscono questo un criterio nelle loro decisioni di acquisto. E non è tutto… L’anno scorso, ciò ha fatto risparmiare all’azienda l’80% di energia e l’88% di acqua, oltre a quattromila tonnellate di metallo. Matthieu Orphelin: “Quando una società si impegna nell’economia circolare, aumenta la redditività per almeno due ragioni principali: anzitutto, l’azienda risparmierà sui costi di materie prime e di smaltimento dei rifiuti, alla fine della produzione; inoltre, i prodotti eco-progettati si vendono meglio, può diventare un argomento di marketing per la vendita”. Oltre a questo, affinché sia redditizio a lungo termine per le imprese, dovrà essere creato un mercato organizzato per rifiuti e materiale riciclato. https://twitter.com/GuilDesjardins/status/690153674484613120 La parola all’esperto Allora, cosa maggiormente l’Europa ha bisogno di fare? A rispondere è David Palmer-Jones, Presidente della Federazione Europea gestione rifiuti e servizi ambientali, nonché Amministratore Delegato di Suez UK. euronews: Come arriva un’industria ad attuare l’economia circolare, specie le piccole e medie imprese? David Palmer Jones: “Ci sono due tipi di industria, in realtà: il primo già la attua, grandi industrie stanno operando cambiamenti, pianificando il futuro. Ma c‘è un altro gruppo che non lo sta facendo, che vive ancora nel passato: occorre avere un catalizzatore, qualcuno che inizi è molto importante. Se oggi non avete visto abbastanza riflessi positivi, perché guardate ancora ai prezzi bassi delle materie prime, sappiate che abbiamo risorse non infinite in questo mondo e non si può continuare così, a un certo punto questo stato di cose dovrà fermarsi”. euronews: Come si va oltre il riciclo? Come si fa a fare di questo un fenomeno naturale? David Palmer Jones: “Oggi ci sono 800 milioni di tonnellate di rifiuti diretti alle discariche, seppelliamo materiale ed energia nel terreno: la prima cosa da fare è ottenere servizi e infrastrutture a livello locale, al servizio delle popolazioni e dell’industria che estrae quel materiale. L’eco-design, il modo in cui progettiamo le cose avrà un impatto enorme sulla sostenibilità dei prodotti in futuro, parliamo dell’80% dell’impatto ambientale: chi inquina paga, si dovrebbe estendere la responsabilità del produttore anche in riferimento ai danni ambientali. In giro si nota una nuova politica proveniente dall’Europa, che cerca davvero di punire quelle industrie che li producono. Questo può farli svegliare. Se gli costerà del denaro, dovranno rivedere i loro processi produttivi”. euronews: Ritiene che l’economia circolare europea farà strada? David Palmer Jones: “L’inizio è promettente: si sta realmente cercando di spostare gli 800 milioni di tonnellate dalla discarica al riciclo, verso l’energia e il futuro, quanto si deve fare è trovare un mercato per quei materiali davvero pregiati, dobbiamo fare in modo che vi sia un mercato attivo, vitale. Al momento, i prezzi delle materie prime fluttuano molto, i prezzi del petrolio sono in calo e quindi a volte i conti non tornano nell’immediato: tuttavia, se torniamo alla visione a lungo termine, sviluppare queste misure porta ad attirare quei materiali sul mercato, così da rendere virale questo modo di fare”. https://twitter.com/maithreyi_s/status/690150720570548224 Il modello di Amsterdam In Europa, 580 mila posti di lavoro possono essere creati, se si fanno le cose per bene, oltre a risparmiare fino a 500 euro per nucleo familiare ogni anno, anche sul fronte dei costi energetici. Quindi, non c‘è da meravigliarsi del fatto che città come Amsterdam stiano andando spedite verso l’economia circolare, come riporta Monica Pinna. L’economia circolare è fondamentale affinché l’Olanda centri l’obiettivo della sostenibilità, che potenzialmente potrebbe generare 7 miliardi di euro l’anno e creare 54 mila posti di lavoro, stando a quanto riportato dall’Organizzazione Olandese per la Ricerca Scientifica Applicata: Amsterdam è la vetrina ideale del Paese,secondo il vice Sindaco, Choho. “Le città sono in crescita e la spinta che esse possono fornire stimolando l’innovazione e la transizione dall’economia lineare a quella circolare può essere molto elevata; in assenza di impatto economico, il cambiamento che stiamo cercando di ottenere non avverrà, o quanto meno non così velocemente come auspichiamo”. (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = “//connect.facebook.net/it_IT/sdk.js#xfbml=1&version=v2.3”; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, ‘script’, ‘facebook-jssdk’));Tuesday Night, Amsterdam. By Michiel Buijse.Posted by AMSTERDAM on Martedì 19 gennaio 2016 In che modo Amsterdam sta passando al “circolare”? Facciamo un giro e scopriamolo! “Applicando l’economia circolare all’edilizia, Amsterdam si attende un ritorno di 85 milioni di euro l’anno entro il 2040 e un aumento della produttività del 3%. Vediamo come con Parc 2020”. Questo è un esempio di circolarità, con una crescita in gran parte proveniente dal riutilizzo dei materiali. Nulla può essere sprecato in Parc 2020, dal momento che ogni costruzione è fatta di cose che possono essere adattate altrove per uso futuro. Guido Braam: “La sfida è quella di costruire cose di cui si possa facilmente riutilizzare i componenti: il sistema attuale è tutt’altro che ottimizzato da chiunque nell’ambito della catena logistica. E con l’economia circolare si sta cercando una ottimizzazione globale”. I Rifiuti di Amsterdam sono ora fonte di reddito ed energia: ogni anno, i cittadini buttano via circa 370 kg di rifiuti; di questi, il 27% è separato ed entra nel sito per la gestione dei rifiuti. Di quali processi ha bisogno questo incenerimento? Marc de Wit: “Quella che vediamo qui è la cenere di base, che include ancora un sacco di metalli utili e altri materiali. È possibile filtrarli e riutilizzarli”. Quanto accade poi, chiude il cerchio economico. Loek van Poppel: “Ogni anno, abbiamo 300 mila tonnellate di ceneri di base, avanzate dalla fabbrica, di cui circa il 10% è riciclato come metalli, il restante 90% come minerali che usiamo per fare le piastrelle che compongono strade, marciapiedi, etc.”. Amsterdam mira a riciclare il 30% dei rifiuti urbani entro il 2016 ed il 65% nel 2020, l’obiettivo generale per l’UE è invece del 65% entro il 2030. L’UE ha ora anche l’obiettivo di ridurre le discariche fino al 10% dei rifiuti entro il 2030: tuttavia, nulla è finito nelle discariche dei Paesi Bassi sin dal 2010, mentre il Paese guida la carica dell’economia circolare. https://twitter.com/_MonicaPinna/status/687420406052028416 euronews: È ancora con noi David Palmer Jones. Quando si guarda a città come Amsterdam e alla potenziale creazione di posti di lavoro, quanto tutto ciò è realistico? David Palmer Jones: “Oh, è estremamente realistico. Conoscete il materiale che abbiamo avuto modo di presentare perché sono cose di utilizzo comune. Ciò che è necessario per ottenere una reale circolarità è un po’ di promozione, così è stato per una grande città del calibro di Amsterdam, che si è mostrata come una vetrina al mondo: questo è quanto occorre fare, dimostrare che questo nuovo modo di vivere funziona. Simbiosi industriale è una parola positiva, significa solo che lo spreco di qualcuno diventa materia prima di qualcun altro. Ed è quello che si è iniziato a fare: mettere insieme i materiali e riportarli dentro le industrie, per iniziare a chiudere quel ciclo e creare così i posti di lavoro di cui si parla”. euronews: Guardando la cosa da un punto di vista commerciale, in termini di misure ed attuazione, quali sono le sue raccomandazioni? David Palmer Jones: “In questo primo periodo occorre creare le condizioni per il mercato, per me tutto si basa sulla progettazione per non dover conferire più rifiuti: la popolazione mondiale continua a crescere, e noi abbiamo bisogno di trovare le risposte, che a mio avviso arriveranno attraverso l’innovazione e la tecnologia”. euronews: Grazie a David e a tutti voi. Arrivederci! http://www.ellenmacarthurfoundation.org http://www.circle-economy.com