Il Senato degli Stati Uniti ha respinto martedì una nuova proposta di legge per prorogare i fondi al governo federale. Lo shutdown è ormai in vigore da due settimane. Restano i disaccordi tra repubblicani e democratici sulla spesa sanitaria
Il Senato degli Stati Uniti ha respinto martedì per l'ottava volta una proposta di legge per la riapertura del governo federale, fermato dai disaccordi tra repubblicani e democratici sul bilancio e ormai in shutdown da due settimane.
I senatori hanno approvato la risoluzione per la proroga dei finanziamenti federali con 49 voti contro 45 contrari, al di sotto dunque della maggioranza qualificata richiesta di 60 sì.
I disaccordi tra i due partiti Usa ruotano attorno alla politica sanitaria, in particolare sui sussidi pubblici per l'assicurazione medica previsti dall'Affordable Care Act, che stanno per scadere per milioni di americani.
I senatori democratici chiedono una proroga dei crediti fiscali per l'assicurazione sanitaria come condizione per il loro sostegno e non hanno mostrato alcun segno di cedimento. I repubblicani sostengono invece che la questione può essere affrontata in un secondo momento.
Usa, shutdown entra nella terza settimana
Giunto al 14° giorno, lo sospensione delle attività federali rischia di diventare la più lunga degli ultimi anni.
Martedì il presidente della Camera, lo speaker repubblicano Mike Johnson, ha dichiarato di non avere nulla da negoziare con i Democratici finché non voteranno per la riapertura del governo.
Con il Congresso in stallo sul bilancio - il Senato bloccato dalle votazioni fallite e la Camera dei Rappresentanti che si rifiuta di riunirsi di nuovo sul tema - l'Ufficio del bilancio (Office of Management and Budget - Omb) si è dovuto attivare.
Di solito i dipendenti federali vengono sospesi dal lavoro in questi fasi e si vedono pagati gli stipendi arretrati alla ripresa delle attività. Tuttavia, alla fine della scorsa settimana, il responsabile dell'Omb, che supervisiona il bilancio e l'operato delle agenzie federali, Russell Vought ha annunciato riduzioni di personale.
Attualmente sono circa 750mila i dipendenti pubblici in congedo forzato.