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Trump attacca l’Onu, Meloni: “Condivido su migrazione e clima”, divergenze su Ucraina

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Di Giorgia Orlandi
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Trump all’Onu attacca l’organizzazione per la gestione dell’immigrazione e critica il Green Deal. Meloni si dice d’accordo su migrazione e clima, ma prende le distanze dalle sue parole sull’Ucraina, ribadendo la necessità di unità dell’Occidente

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Un discorso al vetriolo quello del presidente Usa al Palazzo di Vetro. Accuse contro le Nazioni Unite per la gestione dell’immigrazione irregolare, ma anche stoccate all’Europa e attacco al Green deal.

Immigrazione, Trump: gestione incontrollata da parte di Onu e Ue

È stato uno dei passaggi più aspri dell’atteso discorso di Donald Trump all’assemblea delle Nazioni Unite, un intervento durato ben 57 minuti ben oltre i 15 previsti dal regolamento. Il presidente Usa ha definito il tema dell’ "immigrazione incontrollata", la questione politica numero uno del nostro tempo”.

Le Nazioni Unite sono state accusate da Trump di “finanziare e non fermare” l’immigrazione irregolare verso l’Occidente e di averlo lasciato solo negli sforzi di pace. “L’Europa – ha aggiunto il tycoon – è invasa da illegali e deve porre fine al fenomeno dei confini aperti”.

Ma Trump ha parlato anche di cambiamento climatico, definendolo “la più grande truffa al mondo” e sulla Russia, ha poi aggiunto che “l’Europa deve smettere di acquistare petrolio da Mosca”.

Meloni: “Ho condiviso molti passaggi del Presidente Usa”

Parlando ai giornalisti al termine del discorso di Trump, la premier Meloni ha detto di trovarsi d’accordo con quanto dichiarato dal Presidente Usa.

“Ho condiviso quello che dice sulla migrazione e su Green Deal” ha detto Meloni che ha aggiunto “Ho condiviso anche alcuni passaggi sul fatto che, e ne farò qualcuno anche nel mio intervento, gli organismi multilaterali per lavorare bene, devono sapere anche rivedere quello che non funziona”.

Parlando poi delle politiche europee sul clima, la presidente del Consiglio ha poi fatto notare: "Sono d’accordo sul fatto che un approccio ideologico al Green Deal, ha finito per minare la competitività dei nostri sistemi".

Divergenze invece da parte di Meloni sulla parte del discorso che ha riguardato l’Ucraina. La premier, infatti, ha respinto l’accusa di ambiguità da parte dell’Europa, “Credo che dobbiamo però lavorare insieme come Occidente se vogliamo portare a casa una pace giusta e duratura”.

Mozione della maggioranza per il riconoscimento della Palestina

Nel suo discorso Trump si è soffermato anche sulla guerra a Gaza, dicendo che il “riconoscimento della Palestina è una ricompensa per Hamas e i suoi terribili attacchi”.

Sul tema è tornata anche la presidente Meloni che da New York, alla vigilia del suo intervento al Palazzo di Vetro ha annunciato l’intenzione di presentare una mozione della maggioranza per il riconoscimento della Palestina, subordinato a due condizioni, ossia il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas e la sua esclusione da ogni forma di governo nella Striscia.

“Il riconoscimento della Palestina può essere un efficace strumento di pressione politica e va bene – ha spiegato Meloni - però dobbiamo anche capire su chi. Io penso che la principale pressione politica vada fatta nei confronti di Hamas”.

Schlein: “Il governo riconosce lo Stato di Palestina oppure no?"

Non usa mezzi termini la leader del partito Democratico Elly Schlein, che risponde alle parole di Meloni avvertendo: “Non è il momento di giochi di prestigio e delle prese in giro. Riconosce lo Stato di Palestina, come hanno fatto oltre 150 paesi e ieri anche Francia e San Marino, oppure non lo riconosce?

Sulla stessa linea il leader del M5s Conte: "Il riconoscimento di uno Stato è un atto formale, che in questo caso ha anche un alto valore simbolico oltreché politico. O lo fai o non lo fai".

"Se l'Italia non si affretta - ha aggiunto Conte - non ci saranno più le condizioni per il riconoscimento: semplicemente perché non ci sarà più la popolazione palestinese".

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