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Michel Friedman, intellettuale ebreo: invito ritirato a evento in Germania per timori di proteste

Michel Friedman
Michel Friedman Diritti d'autore  Foto /Nicci Kuhn
Diritti d'autore Foto /Nicci Kuhn
Di Sonja Issel
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Michel Friedman, avvocato e pubblicista ebreo ed ex vicepresidente del Consiglio Centrale degli Ebrei in Germania, è stato escluso da un evento a Klütz per motivi di sicurezza e costi. Il caso accende il dibattito su antisemitismo e libertà di espressione

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Michel Friedman, avvocato, pubblicista e intellettuale ebreo tra le voci più note del dibattito pubblico tedesco, non parteciperà all’evento in programma a Klütz per il 120esimo anniversario della nascita di Hannah Arendt.

Il suo invito è stato ritirato dalla Casa della Letteratura Uwe Johnson, ufficialmente per motivi di sicurezza e costi, ma il caso ha sollevato accuse di cedimento alle pressioni dell’estrema destra e di antisemitismo.

Invitato a leggere brani dal suo ultimo libro Mensch! Dichiarazione d’amore di un democratico disperato e a discutere di democrazia, Friedman aveva accolto con entusiasmo la proposta, soprattutto in una regione segnata dalla forte presenza dell’AfD. “Proprio per questo volevo sostenere il coraggio dell’invito”, ha spiegato a Euronews. Ma a sorpresa è arrivata la cancellazione.

Sicurezza o pretesto?

Il direttore della Casa della Letteratura, Oliver Hintz, ha raccontato che il sindaco di Klütz, Jürgen Mevius, aveva espresso preoccupazioni per possibili proteste di estremisti di destra o simpatizzanti di Hamas.

Per Friedman, però, si tratta di una motivazione pretestuosa: “Come si può sapere oggi cosa accadrà nell’ottobre 2026? È compito dello Stato garantire la sicurezza di questi eventi. Una cancellazione preventiva è un disastro”.

Il sindaco ha poi aggiunto motivi economici: l’onorario e i costi logistici sarebbero stati troppo elevati. Friedman ha respinto con forza queste accuse: “Questo ricorda stereotipi antisemiti sul presunto ebreo avido. I costi sono coperti dagli organizzatori e dagli sponsor, non dalla città. Il sindaco non ha titolo per decidere sulla mia presenza”.

“Un segnale pericoloso”

Friedman ha definito la vicenda un “segnale pericoloso” per la democrazia tedesca: “Un sindaco democratico dovrebbe dire: non mi lascio intimidire. Che Friedman mi piaccia o meno, devo garantire che l’evento si svolga in sicurezza. Questo darebbe coraggio e fiducia ai cittadini”.

Nonostante il disinvito, Friedman ha ribadito che continuerà a portare avanti la sua battaglia culturale: “Nessuno deve sentirsi escluso perché è ebreo, musulmano, cristiano, nero, gay o donna. Io vado dove voglio in Germania e nessuno deve dirmi se sono desiderato o meno”.

Le reazioni politiche

Le critiche al caso di Klütz sono arrivate fino a Berlino. Felix Klein, commissario del governo tedesco per l’antisemitismo, ha parlato di “un attacco diretto alla libertà di opinione” e di “una macchia per la comunità locale”.

Omid Nouripour, vicepresidente del Bundestag (Verdi), ha scritto su X: “La democrazia vive solo se la difendiamo. Il disinvito di Friedman è scandaloso e mostra quanto sia pericoloso cedere alle intimidazioni degli estremisti”.

Il sindaco Mevius respinge le accuse: “Non ci sono state e non ci saranno dichiarazioni antisemite in Consiglio comunale. Per noi democrazia e tolleranza sono valori ovvi”.

Nel frattempo, nel distretto di Nordwestmecklenburg è stata annunciata una manifestazione contro l'invito ritirato, per ribadire l’importanza della libertà di espressione e opporsi alla pressione dell’estrema destra.

Il “caso Friedman” è già diventato simbolo di una Germania divisa tra chi difende la democrazia e chi teme le reazioni degli estremisti.

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