Dopo Utj anche la formazione ultraortodossa Shas lascia la maggioranza. L'esecutivo israeliano conta ora su soli 50 deputati su 120 della Knesset
Un altro partito della coalizione di governo di Benyamin Netanyahu, lo Shas, ha dichiarato mercoledì di abbandonare l'esecutivo, lasciando il premier israeliano con una minoranza in Parlamento.
Il partito ultraortodosso Shas segue la decisione dello United Torah Judaism e il motivo è analogo: il disaccordo su una proposta di legge che vuole rimuovere le esenzioni esistenti al servizio militare dei giovani ultraortodossi israeliani.
Dall'inizio della guerra a Gaza sono, tuttavia, cresciute le richieste della società di incrementare il contributo militare della componente religiosa di Israele.
Il partito ha precisato che non lavorerà dall'esterno per minare l'operato della coalizione di governo, che in minoranza (50 deputati su 120 della Knesset) avrebbe vita molto difficile specialmente con vari fronti militari aperti nella regione.
Le due formazioni politiche, espressione delle comunità più religiose del Paese, sono state degli alleati storici di Netanyahu nei suoi quasi 20 anni al potere.
Anche se la scossa nel governo israeliano non farà necessariamente deragliare i negoziati per una tregua a Gaza, il leader israeliano sarà più vulnerabile alle richieste dei suoi partner nazionalisti di estrema destra, che sono contrari a porre fine alla guerra di 21 mesi contro Hamas.