Giuseppe Palermo, alias Peppe, è accusato di aver guidato l'acquisto di grandi carichi di cocaina in Colombia, Perù ed Ecuador e di aver controllato le rotte utilizzate per inviare la droga in Europa
Le autorità colombiane hanno arrestato Giuseppe Palermo, noto anche come "Peppe", boss della 'ndrangheta in America Latina sospettato di essere membro del clan Plati, accusato di supervisionare le spedizioni di cocaina e di gestire le rotte illegali verso l'Europa.
Palermo era ricercato in base a un avviso rosso dell'Interpol, che ne ordinava l'arresto in 196 Paesi.
È stato arrestato per le strade di Bogotà, la capitale colombiana, nel corso di un'operazione coordinata tra le autorità colombiane, italiane e britanniche e l'Europol, l'agenzia di polizia dell'Unione europea, secondo un rapporto ufficiale.
Palermo è considerata "uno dei nuclei più ermetici di questa organizzazione criminale", ha dichiarato Carlos Fernando Triana, capo della polizia colombiana, in un messaggio pubblicato su X.
L'indagato "non solo ha guidato l'acquisto di grandi carichi di cocaina in Colombia, Perù ed Ecuador, ma ha anche controllato le rotte marittime e terrestri utilizzate per trasportare la droga sui mercati europei", ha aggiunto Triana.
Secondo l'Onu, la produzione illegale di cocaina ha raggiunto le 3.708 tonnellate nel 2023, con un aumento di quasi il 34 per cento rispetto all'anno precedente, principalmente a causa dell'espansione della coltivazione della foglia di coca in Colombia.
Piantedosi: "Un risultato straordinario"
Commentando l'arresto di Palermo, il ministro dell'Interno italiano Matteo Piantedosi ha ribadito il ruolo di Roma nella lotta alle mafie. "L'Italia dimostra di essere in prima linea nella lotta alle mafie, anche oltre i confini nazionali". Il capo del Viminale ha poi lodato "l'eccellente lavoro della nostra Polizia di Stato, giustamente apprezzata per la indiscussa capacità operativa, con cui è stato assicurato alla giustizia Giuseppe Palermo.
"Un risultato straordinario ottenuto grazie alla collaborazione tra la Squadra Mobile di Reggio Calabria, il Servizio Centrale Operativo, il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e al coordinamento garantito dal Progetto I-CAN", ha aggiunto il ministro e ha concluso: "Alle donne e agli uomini in divisa che ogni giorno rischiano la loro vita per tutelare la sicurezza di tutti, va il mio grazie".