La guerra con l'Iran ha rivelato una minaccia inaspettata all'interno di Israele. Le auto elettriche potrebbero contribuire a creare uno scenario catastrofico se colpite a causa della difficoltà di spegnere gli incendi
Un missile iraniano ha colpito nei giorni scorsi, prima della tregua tra Israele e Iran, il quartiere Neve Sha'anan di Haifa e alcuni testimoni hanno riferito ai media israeliani di aver visto volare parti di auto elettriche esplose, causando ulteriori incendi.
Il sindaco di Haifa, Yona Yahav, ha espresso preoccupazione per questo pericolo appena scoperto e ha chiesto la chiusura di un cantiere vicino al porto utilizzato per immagazzinare le auto elettriche, in caso di esplosione.
Misure di emergenza per le batterie al litio
Il sito web "Calcalist" ha riferito che l'autorità marittima ha scritto domenica scorsa agli importatori di auto che le immagazzinano nei porti israeliani, chiedendo loro di "evacuare i veicoli equipaggiati con batterie al litio", sottolineando che presto potrebbe essere emesso un ordine ufficiale di restrizione.
A differenza delle auto convenzionali, che possono essere spente con acqua e schiuma, gli incendi dei veicoli elettrici richiedono mezzi speciali, come coperte soffocanti, e la loro perforazione può portare alla cosiddetta "fuga termica", una reazione chimica che si autoalimenta e non può essere facilmente estinta. Più i vigili del fuoco cercano di spruzzare acqua sulle auto, più il fuoco cresce.
Rischi per un potenziale disastro ambientale
Il sito web ha avvertito che l'attuale attenzione alla ripresa economica di Israele potrebbe far passare in secondo piano il rischio di un disastro in una delle basi di stoccaggio di veicoli elettrici sparse in Israele, soprattutto quelle vicine alle aree residenziali.
Il mercato israeliano dei veicoli elettrici
Negli ultimi anni i veicoli elettrici in Israele hanno registrato un'enorme crescita. Entro il 2025 se ne conteranno circa 96.000, rispetto ai soli 2.600 del 2019, con un tasso di crescita annuale composto di circa il 146%.
Questa crescita è attribuita a fattori favorevoli, come l'introduzione di nuovi marchi cinesi e un regime fiscale incentivato.
Prima della guerra, gli esperti prevedevano che il numero di veicoli elettrici nello Stato ebraico avrebbe raggiunto i 6,4 milioni entro il 2050, ma il recente confronto con l'Iran potrebbe indurre le autorità a rivalutare questa espansione e a prendere in considerazione i rischi, per non parlare dei Paesi che potrebbero trarre insegnamento da quanto accaduto a Tel Aviv e prendere in considerazione le loro importazioni di questi beni.