Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Gli Houthi pronti a entrare in guerra: “Coordinati con l’Iran, sosterremo Teheran contro Israele”

Un ragazzo coperto da una bandiera palestinese durante una manifestazione settimanale contro gli Stati Uniti e contro Israele organizzata dai sostenitori degli Houthi a Sanaa, nello Yemen, venerdì 9 maggio 2025.
Un ragazzo coperto da una bandiera palestinese durante una manifestazione settimanale contro gli Stati Uniti e contro Israele organizzata dai sostenitori degli Houthi a Sanaa, nello Yemen, venerdì 9 maggio 2025. Diritti d'autore  AP
Diritti d'autore  AP
Di Ekbal Zein & يورونيوز
Pubblicato il
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button

Il gruppo Houthi annuncia il pieno coordinamento con Teheran e la disponibilità a sostenere militarmente l’Iran nel confronto con Israele. Un nuovo fronte si apre nel Medio Oriente

PUBBLICITÀ

Mohammed al-Bukhaiti, membro dell’ufficio politico del gruppo yemenita Houthi Ansar Allah, ha dichiarato che il movimento è in pieno coordinamento con la Repubblica Islamica dell’Iran ed è pronto a intervenire militarmente al suo fianco contro Israele. È la prima dichiarazione pubblica di disponibilità a partecipare direttamente a un conflitto da parte di una milizia armata legata all’Iran.

Il gruppo, da tempo parte del cosiddetto “asse della resistenza”, sottolinea così che la guerra con Israele non è solo una questione di politica nucleare, ma una sfida ideologica e geopolitica che coinvolge l’intera regione.

L’asse sciita cerca di mostrare unità contro Israele

Fazioni come gli Houthi, le Forze di Mobilitazione Popolare in Iraq e Hezbollah in Libano stanno cercando di rafforzare la narrativa che il conflitto con Israele – e potenzialmente anche con gli Stati Uniti – rappresenti lo scontro tra due visioni opposte del Medio Oriente. Secondo i loro canali mediatici, la sconfitta dell’Iran aprirebbe “l’era israeliana” nella regione.

Mentre tutte queste milizie hanno espresso condanne simboliche agli attacchi subiti da Teheran, gli Houthi si distinguono per essere i primi ad annunciare disponibilità a riaprire un fronte militare a sostegno diretto.

Missili su Israele: Jaffa nel mirino

Nei giorni scorsi, il portavoce militare degli Houthi, il generale Yahya Saree, ha dichiarato che il gruppo ha lanciato una salva di missili balistici verso il centro di Israele, colpendo in particolare l’area di Jaffa. Un attacco simbolico ma significativo che, secondo i vertici del movimento, vuole contribuire ad alleggerire la pressione su Gaza, dove la guerra infuria da quasi due anni.

Tuttavia, un coinvolgimento diretto nella guerra potrebbe compromettere il cessate il fuoco raggiunto con Washington a maggio. Dopo mesi di attacchi quotidiani e raid statunitensi contro infrastrutture Houthi, una fragile tregua era stata ottenuta per garantire la sicurezza del traffico marittimo nel Mar Rosso.

Un ritorno delle ostilità significherebbe la ripresa dei bombardamenti americani, con nuove perdite e danni alle risorse strategiche dello Yemen e potenzialmente conseguenze sull’economia statunitense, legata alle rotte commerciali della regione.

Il sostegno iraniano: armi, formazione e infrastrutture

Secondo il centro studi israeliano Alma, il sostegno iraniano agli Houthi risale agli anni ’90 e si è intensificato dopo il 2014, con l’obiettivo di creare una milizia simile a Hezbollah. Teheran ha fornito armi, formazione militare, sostegno economico e infrastrutture per la produzione locale di missili, droni, ordigni esplosivi e perfino imbarcazioni suicide.

Oggi gli Houthi hanno capacità operative avanzate e maggiore autonomia, controllano vaste aree del Paese ricche di petrolio e si trovano in una posizione geografica strategica all’ingresso del Mar Rosso.

Al-Houthi: “Una battaglia che riguarda tutta la regione”

Nel suo primo intervento pubblico dopo lo scontro tra Teheran e Tel Aviv, il leader Abdul Malik al-Houthi ha cercato di inquadrare il conflitto in una dimensione panislamica: “Ogni Paese islamico ha la responsabilità di sostenere chi si oppone al nemico israeliano. L’aggressione contro l’Iran è parte di un piano occidentale per colpire un modello indipendente che sostiene la causa palestinese”.

Ha poi aggiunto: “La vittoria dell’Iran è nell’interesse dell’intera regione e della Palestina in particolare. Non possiamo restare neutrali”.

Il rischio di un nuovo fronte

Nonostante i toni comuni utilizzati da tutte le fazioni sciite della regione, resta da capire se esse siano realmente disposte a sostenere l’Iran con uomini e armi, o se prevarranno altri fattori di ordine interno e diplomatico. Israele, nel frattempo, ha già risposto: nelle ultime ore la marina israeliana ha colpito il porto di Hodeida, controllato dagli Houthi, aprendo di fatto un nuovo fronte bellico.

Le prossime settimane saranno cruciali per capire se la retorica di solidarietà si tradurrà in un'escalation reale del conflitto.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Nave in fiamme nel Mar Rosso: attacco sospetto degli Houthi

Trump annuncia la fine degli attacchi agli Houthi nello Yemen: "Hanno smesso di combattere"

Yemen, l'Onu sospende gli aiuti nella roccaforte Houthi dopo l'arresto di otto operatori