Secondo Kiev, Mosca ha perso quasi un milione di soldati dall'inizio della guerra. Mentre aumentano i combattimenti a est, Putin annuncia una “zona cuscinetto” e rafforza il reclutamento, anche con truppe straniere
Lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine ha riferito lunedì che la Russia avrebbe perso quasi un milione di soldati dall'inizio dell'invasione su larga scala iniziata il 24 febbraio 2022. Solo nelle ultime 24 ore, secondo Kiev, le forze russe avrebbero subito altre mille perdite.
Le autorità ucraine non hanno però specificato se questi numeri includano solo i morti o anche feriti, dispersi e prigionieri, la percezione generale è che si tratti di una stima complessiva di tutte le perdite.
Anche se né l’Ucraina né la Russia pubblicano dati ufficiali completi sulle proprie perdite, nel febbraio 2024 il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ammesso che oltre 46mila soldati ucraini sono stati uccisi in combattimento, con circa 380mila feriti e "decine di migliaia" di dispersi o prigionieri.
Dalla parte russa, un raro segnale delle difficoltà militari è emerso quando, a fine 2023, il viceministro della Difesa russo ha rivelato accidentalmente che il ministero aveva ricevuto circa 48mila richieste di test del Dna da parte dei familiari di soldati dispersi. Anna Tsivilyova, presidente del Fondo di sostegno alle famiglie dei militari, ha dichiarato alla Duma il 26 novembre 2024 che i dati genetici dei parenti sono stati raccolti e conservati in un database ufficiale.
La strategia russa e l’offensiva estiva
Secondo le autorità ucraine, la Russia si sta preparando per una nuova offensiva estiva. I combattimenti si stanno intensificando lungo la linea del fronte, che si estende per oltre mille chilometri. Mosca sta concentrando i suoi sforzi nella regione di Donetsk, in particolare intorno a Pokrovsk e Kostyantynivka.
Il think tank statunitense Institute for the Study of War (Isw) ha osservato che la Russia tenta da mesi di conquistare le restanti parti della regione di Donetsk, che rappresenta un obiettivo prioritario fin dall'inizio del conflitto nel 2014.
Secondo Kiev, le truppe russe puntavano a raggiungere la regione di Dnipropetrovsk entro il 9 maggio, data simbolica per la parata del Giorno della Vittoria a Mosca. Tuttavia, nonostante i tentativi, non sono riuscite a superare il confine amministrativo della regione di Donetsk.
Nel frattempo, l’esercito ucraino ha lanciato un allarme su possibili nuove operazioni russe nella regione di Kharkiv, dove Mosca avrebbe già concentrato truppe vicino al confine. Tuttavia, secondo il capo di stato maggiore della 13esima Brigata Khartiia della Guardia Nazionale, Andrii Pomahaibus, la Russia non è riuscita finora a compiere avanzamenti significativi.
La “zona cuscinetto” e le ambizioni territoriali russe
Il presidente russo Vladimir Putin ha recentemente dichiarato l’intenzione di creare una “zona cuscinetto di sicurezza” lungo il confine ucraino, citando esigenze di protezione delle regioni russe di confine, come Kursk, Belgorod e Bryansk. Queste aree confinano con le regioni ucraine di Sumy, Kharkiv e Chernihiv, da cui sono partiti attacchi contro il territorio russo.
Il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev, è andato oltre, sostenendo che l’intera Ucraina - ad eccezione delle regioni occidentali di Volyn e Lviv - dovrebbe diventare una zona cuscinetto sotto controllo russo. Ha anche minacciato che Mosca si impadronirà dell’intero territorio ucraino se l’Occidente continuerà a fornire armi a Kiev.
L’Isw ha giudicato le ambizioni irrealistiche: secondo le sue analisi, al ritmo attuale di avanzamento, l’esercito russo impiegherebbe circa un secolo per conquistare l’area proposta da Medvedev, con un potenziale costo umano vicino ai 50 milioni di vittime. Inoltre, il think tank sottolinea come le forze russe non abbiano finora dimostrato la capacità di condurre offensive rapide e multidirezionali su larga scala.
Reclutamenti esteri e supporto internazionale
In risposta alle gravi perdite, la Russia ha avviato nuovi programmi di reclutamento, anche tra cittadini stranieri. Dalla fine del 2024, fino a 12mila soldati nordcoreani si sarebbero uniti alle truppe russe, secondo fonti occidentali e conferme successive da parte di Pyongyang.
Kiev ha inoltre riferito di aver catturato cittadini cinesi che combattevano per Mosca. L’intelligence ucraina sostiene che almeno 160 cittadini cinesi prestano servizio nelle forze armate russe. Pechino, tuttavia, ha negato qualsiasi coinvolgimento ufficiale, sostenendo che si tratti di individui che hanno agito volontariamente.