I venti Paesi europei e arabi si sono riuniti per la quinta volta a Madrid per fare pressione su Israele affinché fermi l'offensiva su Gaza, interrompa il blocco degli aiuti umanitari e favorisca il processo verso una soluzione a due Stati
La Spagna ha ospitato domenica nella capitale spagnola i Paesi europei e arabi per colloqui ad alto livello del Gruppo di Madrid, per discutere di come fare pressione su Israele affinché fermi la sua offensiva militare a Gaza e proceda con una soluzione a due Stati.
"L'unico interesse di tutti noi che siamo qui riuniti oggi è quello di fermare questa guerra ingiusta, crudele e disumana da parte di Israele a Gaza, di rompere il blocco degli aiuti umanitari e di procedere definitivamente verso una soluzione a due Stati", ha dichiarato ai media il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares prima della riunione dei venti Paesi.
Albares ha parlato di Gaza come di una "ferita aperta nell'umanità", che miete vittime ogni giorno, e ha avvertito che il silenzio è "complice di questo massacro".
Il Gruppo di Madrid, noto anche come G5+, è composto da Paesi europei e arabi che promuovono la soluzione dei due Stati. Albares ha assicurato che il gruppo terrà conto della pace e della sicurezza del popolo di Israele, ma sottolineando che il popolo palestinese ha gli stessi diritti.
"La Spagna proporrà oggi qui a Madrid un grande movimento per il riconoscimento dello Stato palestinese. Anche in questo caso, non contro lo Stato di Israele, ma a favore della soluzione dei due Stati", ha dichiarato il ministro degli Esteri spagnolo.
Albares ha anche chiesto la sospensione dell'accordo di associazione Ue-Israele se Tel Aviv non fermerà la sua offensiva militare a Gaza, che ha recentemente intensificato nel tentativo di aumentare la pressione su Hamas nonostante le critiche internazionali.
La pressione di Israele sul gruppo militante palestinese ha incluso un blocco degli aiuti di quasi tre mesi, che ha sollevato preoccupazioni diffuse sull'alto rischio di carestia.
L'incontro di domenica ha segnato la quinta volta che il gruppo di diplomatici si è riunito e precede una conferenza di alto livello delle Nazioni Unite sulla soluzione dei due Stati, che Francia e Arabia Saudita ospiteranno a New York, negli Stati Uniti, a metà giugno.
Il primo ministro palestinese Mohammad Mustafa ha detto di sperare nella presenza del presidente statunitense Donald Trump e ha definito gli Stati Uniti un "importante stakeholder in Medio Oriente".
"Vorremmo vederli impegnati il più possibile. I loro sforzi in termini di cessate il fuoco a Gaza sono apprezzati", ha detto Mustafa. "Speriamo che un maggiore impegno, un impegno positivo da parte degli Stati Uniti possa contribuire a portare pace e stabilità nella regione".