Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

L'Iran conferma: Il secondo round di negoziati sul nucleare con gli Stati Uniti si terrà a Roma

 Il ministro degli Esteri Abbas Araqchi e il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) Rafael Mariano Grossi prima del loro incontro a Teheran, in Iran, mercoledì 16 aprile 2025.
Il ministro degli Esteri Abbas Araqchi e il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) Rafael Mariano Grossi prima del loro incontro a Teheran, in Iran, mercoledì 16 aprile 2025. Diritti d'autore  Iranian Foreign Ministry via AP
Diritti d'autore Iranian Foreign Ministry via AP
Di يورونيوز
Pubblicato il
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button

La Repubblica islamica dell'Iran ha confermato che il secondo round di negoziati sul suo programma nucleare con Washington si svolgerà sabato a Roma, dopo la confusione sul paese ospitante dei giorni scorsi

PUBBLICITÀ

La televisione di Stato iraniana ha dichiarato che i prossimi colloqui sul nucleare si terranno in Italia e l'Oman manterrà il suo ruolo da mediatore. L'annuncio arriva in concomitanza con la notizia che il presidente iraniano Masoud Bazeshkianha ha accettato la richiesta di dimissioni di Mohammad Javad Zarif, capo negoziatore di Teheran per l'accordo nucleare del 2015.

La dichiarazione della presidenza rilasciata martedì sera recita: "Pazeshkian ha sottolineato che, a causa di alcuni problemi, la sua amministrazione non è più in grado di beneficiare delle preziose conoscenze ed esperienze di Zarif".

In cambio, il presidente ha nominato il 59enne Mohsen Esmaeili come nuovo vicepresidente per gli affari strategici. Esmaeili è noto come moderato politico ed esperto legale.

Tensioni tra Iran e Stati Uniti per i colloqui sul nucleare

L'approvazione ufficiale della richiesta di dimissioni dell'alto negoziatore è arrivata mentre sta per iniziare il secondo round di negoziati, su cui ci sono state informazioni contrastanti riguardo al Paese ospitante.

Inizialmente, Roma aveva annunciato la sua disponibilità a ospitare la riunione, ma Teheran ha insistito martedì che si sarebbe tenuta in Oman, come nel primo round.

Gli Stati Uniti non hanno annunciato la sede del secondo turno, anche se il presidente Donald Trump ha telefonato al Sultano Haitham bin Tariq dell'Oman mentre quest'ultimo era in visita nei Paesi Bassi.

L'emergere di differenze così evidenti tra Teheran e Washington su "questioni fondamentali", come il formato dei negoziati, se diretti o meno, o il Paese ospitante, dà l'impressione di un alto livello di tensione tra le due parti, sebbene inizialmente avessero descritto i colloqui come positivi e costruttivi.

In una dichiarazione di mercoledì, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi ha messo in guardia gli Stati Uniti dall'assumere posizioni che ha definito "contraddittorie" durante i colloqui.

L'avvertimento è stato inteso come una risposta alle osservazioni dell'inviato degli Stati Uniti in Medio Oriente Steve Witkoff, che questa settimana ha lasciato intendere che l'Iran potrebbe tornare ad arricchire l'uranio al 3,67 per cento, come previsto dall'accordo nucleare del 2015.

Per Teheran l'arricchimento dell'uranio non è negoziabile

Witkoff ha scritto sulla piattaforma X: "L'Iran deve fermare ed eliminare il suo programma di arricchimento dell'uranio e di armamento nucleare. È essenziale per il mondo fare un accordo che sia duro, equo e che duri nel tempo, e questo è ciò che il presidente Trump mi ha chiesto di fare".

Araqchi ha sottolineato che il suo Paese è pronto a "creare un'atmosfera di fiducia verso le preoccupazioni, ma il principio dell'arricchimento non è negoziabile".

Ali Shamkhani, consigliere della Guida suprema Ali Khamenei, ha scritto su X: "Le continue minacce esterne e il porre l'Iran in condizioni di attacco militare possono portare a misure deterrenti come l'espulsione degli ispettori dell'Aiea e l'interruzione della cooperazione con l'Aiea".

Nel frattempo, il capo dell' Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), Rafael Mariano Grossi, è arrivato mercoledì a Teheran per colloqui che potrebbero riguardare i poteri degli ispettori dell'agenzia presso le strutture iraniane nel caso in cui si raggiunga un accordo. Giorni prima, l'Iran aveva minacciato di sospendere la sua cooperazione con l'agenzia dell'Onu se gli Stati Uniti avessero continuato a fare pressioni minacciando di usare la forza militare per far fallire i negoziati.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Esercitazioni militari congiunte per Iran e Armenia, simulate minacce al confine

I Paesi Ue avviano il processo per imporre nuove sanzioni all'Iran per il suo programma nucleare

Operazione israeliana a Damasco: elicotteri e paracadutisti colpiscono una base militare siriana