L'ex ministro della cultura (Pd) intende presentare una proposta di legge come "risarcimento" per secoli di discriminazioni nei confronti delle donne. Una sentenza della Corte Costituzionale del 2022 ha dichiarato illegittima l'attribuzione automatica del cognome paterno a un bambino
Ai figli solo il cognome della madre. È la proposta del senatore del Pd ed ex ministro della Cultura Dario Franceschini come "risarcimento" dopo "secoli in cui i figli hanno preso il cognome del padre" e "le donne hanno subito un'ingiustizia e una discriminazione di genere".
La proposta ha scatenato immediate polemiche. Il vicepremier Matteo Salvini ha deriso la proposta di Franceschini su X, etichettandola come "una delle grandi priorità della sinistra", aggiungendo "ma certo, cancelliamoli dalla faccia della terra questi papà, così risolviamo tutti i problemi".
Il presidente della commissione Cultura della Camera e deputato di Fratelli d'Italia Federico Mollicone ha detto che la proposta è "irricevibile" e segna un passaggio "dal patriarcato al matriarcato". Tuttavia, non ha escluso la possibilità di dare ai figli entrambi i cognomi dei genitori.
Sebbene sia relativamente comune in Paesi europei come la Spagna e il Portogallo che i figli portino entrambi i cognomi dei genitori, il cognome del padre viene di solito anteposto.
La proposta potrebbe aggiungersi a quelle sul doppio cognome giacenti alla Commissione Giustizia del Senato, la cui presidente Giulia Bongiorno ha chiuso la porta all'idea di Franceschini: "A mio avviso la questione dei cognomi impone di trovare un punto di equilibrio che non renda nessun genitore invisibile".
Al contrario, la sinistra apre all'idea. Per la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella è "una proposta interessante e condivisibile, sicuramente guarda molto in là".
Un dibattito ricorrente
Non è la prima volta che la questione del cognome infiamma il dibattito tra i partiti.
Nel 2022, una sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito che è incostituzionale assegnare automaticamente il cognome paterno a un bambino. Al contrario, ha offerto due alternative: o i bambini ricevono entrambi i cognomi dei genitori in un ordine concordato, o i genitori devono decidere insieme quale dei due cognomi dare.
Tuttavia, in due anni e mezzo di governo Meloni, non è stata intrapresa alcuna azione per legiferare in materia e applicare quanto contenuto nella sentenza.
Da quando è in carica, Giorgia Meloni ha difeso strenuamente le famiglie e i valori cattolici "tradizionali" e le sue politiche hanno colpito duramente le famiglie che non rientrano in questa categoria.
La premier è stata accusata di aver eroso i diritti dei genitori LGBTQ+ criminalizzando la maternità surrogata effettuata all'estero e vietando l'inserimento di genitori non biologici nei certificati di nascita dei bambini.