A gennaio è stato raggiunto un fragile cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza che prevede o scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi. Trump e Netanyahu hanno messo in dubbio il proseguimento della tregua
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito martedì Hamas che Israele porrà fine al cessate il fuoco a Gaza se gli ostaggi detenuti da Hamas non saranno restituiti come previsto entro sabato.
"Se Hamas non restituirà i nostri ostaggi entro sabato a mezzogiorno, il cessate il fuoco terminerà e l'Idf tornerà a combattere intensamente fino alla vittoria finale su Hamas", ha dichiarato Netanyahu.
Ha aggiunto di aver ordinato alle truppe israeliane di ammassarsi al confine di Gaza in risposta all'annuncio di Hamas di voler rimandare il rilascio degli ostaggi fino a nuovo ordine.
Lunedì Hamas ha dichiarato che avrebbe posticipato il rilascio di tre ostaggi israeliani, previsto per sabato, sostenendo che Israele avrebbe violato i termini di un fragile accordo di cessate il fuoco tra le due parti.
In risposta ai commenti di Netanyahu, Hamas ha affermato di stare rispettando l'accordo di cessate il fuoco, e che Israele è responsabile di "qualsiasi complicazione e ritardo".
Il gruppo armato ha accusato Israele di aver violato alcune parti dell'intesa raggiunta tre settimane fa, tra cui il blocco dell'ingresso di aiuti umanitari critici nella Striscia di Gaza.
Israele nega di aver messo a rischio la tregua.
Netanyahu segue Trump su fine cessate il fuoco
Le dichiarazioni del leader israeliano arrivano dopo che il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che il cessate il fuoco andrebbe annullato se Hamas non liberasse gli ostaggi.
Le sue parole hanno apparentemente dato coraggio a Netanyahu, che martedì, dopo una riunione di quattro ore con il suo gabinetto di sicurezza, ha dichiarato di "accogliere con favore la richiesta del presidente Trump".
Non è chiaro se l'ultimatum di Netanyahu si riferisca a tutti i 76 ostaggi rimasti nella Striscia di Gaza o solo ai tre che dovevano essere rilasciati nel fine settimana.
Il ministro dei Trasporti e membro del gabinetto di guerra israeliano Miri Regev ha scritto su X che: "Abbiamo preso una decisione molto chiara: Aderiamo alla dichiarazione del presidente statunitense Donald Trump riguardo al rilascio degli ostaggi, sabato saranno tutti rilasciati!".
L'interruzione dei negoziati arriva mentre Trump ha suggerito la scorsa settimana che i due milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza dovrebbero essere trasferiti e gli Stati Uniti dovrebbero assumere il possesso del territorio.
I governi del mondo arabo, e non solo, hanno respinto la sua idea e gli stessi funzionari di Trump hanno cercato di fare marcia indietro su alcune parti della sua proposta.
Hamas ha definito i commenti di Trump "razzisti" e ha detto che "costituiscono un appello alla pulizia etnica". Le Nazioni Unite hanno avvertito che il piano di Trump potrebbe costituire una violazione del diritto internazionale.
Hamas ha concordato di rilasciare 33 ostaggi catturati durante l'attacco del 7 ottobre contro Israele come parte della prima fase di un accordo di cessate il fuoco in tre parti. In cambio Tel Aviv avrebbe conceso la liberazione di quasi duemila prigionieri palestinesi.
Le parti hanno effettuato cinque scambi di questo tipo dall'entrata in vigore della tregua lo socrso 19 gennaio.
La guerra potrebbe riprendere all'inizio di marzo se non si raggiungerà un accordo sui termini della seconda fase del cessate il fuoco.