Sono diversi i settori coinvolti nello sciopero generale, dalla scuola alla sanità sino ai trasporti. A rischio treni, taxi e trasporto marittimo
Venerdì giornata di sciopero generale di 24 ore in Italia. Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha sospeso l'ordinanza del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per la precettazione a 4 ore dello sciopero del trasporto pubblico indetto dall'Unione sindacale di base (Usb).
Decisione del Tar: "No alla precettazione"
"Non emergono le ragioni che possano sorreggere la disposta precettazione - si legge nelle motivazioni del Tar - i richiamati disagi discendenti dallo sciopero appaiono riconducibili all'effetto fisiologico proprio di tale forma di astensione dal lavoro, né emergono le motivazioni in base alle quali i disagi eccederebbero tale carattere, tenuto conto della vincolante presenza di fasce orarie di garanzia di pieno servizio".
Aspro il commento del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini: "Abbiamo fatto tutto il possibile per difendere il diritto alla mobilità degli italiani. Per l'ennesimo venerdì di caos e disagi, i cittadini potranno ringraziare un giudice del Tar del Lazio".
Dal canto suo il sindacato, in una nota ha fatto sapere che "domani lo sciopero è generale, regolare e legittimo e durerà 24 ore anche nei trasporti. Per una volta vincono i lavoratori e vince la democrazia".
Giornata di disagi per pendolari e per chi viaggia
Sono diversi i settori coinvolti nello sciopero generale del 13 dicembre. A fermarsi saranno anche i treni, i taxi e il trasporto marittimo. Saranno a rischio, a partire dalle 24 di giovedì 12 dicembre e fino alla stessa ora del 13, i servizi delle metropolitane e della rete di superficie (bus e tram) così come i servizi di Frecce, Intercity e treni e autobus regionali e interregionali. È escluso invece il settore aereo, che manifesterà il 15 dicembre.
Trenitalia invita quindi i passeggeri a informarsi, prima di andare in stazione, sui servizi attivi attraverso l’app Trenitalia, i canali social e web del gruppo Fs italiane, oltre che nelle biglietterie, negli uffici assistenza delle stazioni ferroviarie, nelle agenzie di viaggio convenzionate. A fermarsi sarà anche Uber e Limolane.
L'astensione a Roma e Milano
A Roma sono coinvolte la rete Atac e i bus periferici gestiti da operatori privati. Possibili disagi anche per linee regionali di Astral-Cotral. "Durante le sciopero, nelle stazioni della rete metro-ferroviaria eventualmente aperte, non garantito il servizio di scale mobili, ascensori e montascale e il servizio delle biglietterie. Non disponibili anche i bike box (ad eccezione delle fermate Ionio e Arco di Travertino): possibile il deposito o il ritiro della bici al di fuori della fascia oraria di sciopero. Aperti, invece, i parcheggi di scambio", si legge sul sito del comune di Roma.
A Milano lo sciopero potrebbe avere conseguenze sul servizio delle linee ATM e della funicolare Como-Brunate.
La protesta della scuola
“Lo sciopero del 13 dicembre giunge a ridosso della pausa natalizia, e permette a lavoratrici e lavoratori della scuola di fare un primo bilancio dell’anno scolastico in corso in relazione a un piano di apprendimento adeguato e di un altrettanto adeguato livello salariale e di diritti per docenti e personale ATA, che portano ogni giorno avanti il malandato carrozzone della scuola pubblica statale”, si legge in una nota dell'Usb.
I sindacati della scuola contestano diversi interventi del governo Meloni, tra cui quelli sull'uso dei fondi del Pnrr, il “rilancio del sistema del Pcto (ex alternanza scuola-lavoro), la riforma del 4+2 per gli istituti professionali; l’uso dei fondi del Pnrr.
Nel comunicato del sindacato si legge che lo sciopero intende contrastare sul piano economico e del lavoro una politica che asseconda la deindustrializzazione e condanna alla turistificazione della penisola.
La sanità in fermento
Le aziende sanitarie precisano che durante tutta la durata dello sciopero verranno assicurati i servizi e le prestazioni essenziali, ma si avvisa che potrebbero verificarsi dei disagi. I sindacati di categoria denunciano la mancanza delle risorse necessarie per una politica di assunzioni che recuperi i tagli del passato, elimini il fenomeno dei “gettonisti” e migliori le condizioni di lavoro.
La spesa sanitaria è cresciuta nei valori nominali ma - dice Pierino Di Silverio, segretario Nazionale Anaao Assomed - sconta una consistente perdita di potere di acquisto a causa dell’inflazione, rimanendo al di sotto delle necessità di un servizio sanitario nazionale in crisi profonda.
Secondo Di Silverio, "il 6,2 % del Pil inchioda il servizio sanitario all’ultimo posto tra i Paesi del G7. Una graduatoria che non cambia con la spesa pro-capite, lontana da quel 7% che lo stesso ministro della Salute indicava come traguardo minimo, con una spesa privata tra le più alte in Europa".
I sindacati fotografano un quadro critico con il 7,6% della popolazione, che rinuncia alle cure per problemi economici e organizzativi e con l’1,6% delle famiglie che si impoverisce per cause legate alla salute.