Venerdì un giudice della Corte nazionale spagnola ha ordinato l'oscuramento dell'applicazione a livello nazionale dopo una causa intentata da Mediaset, Atresmedia e Movistar per violazione del copyright. Telegram è però ancora attiva e farà ricorso alla Corte di Giustizia europea
Telegram sfida il Tribunale nazionale spagnolo e si rivolge alla Corte di Giustizia europea. Venerdì il giudice Santiago Pedraz ha emesso un'ordinanza per bloccare l'app di messaggistica istantanea in Spagna, ma questa è ancora attiva.
Al momento Telegram opera illegalmente in Spagna
Sabato mattina le autorità, constatando che l'applicazione non era stata "spenta" e che gli utenti potevano continuare a inviare messaggi sulla piattaforma, avevano dato un limite massimo di tre ore ai teleoperatori per impedirne l'uso nel Paese.
Tuttavia Telegram continua a operare in Spagna ignorando l'ingiunzione, il che significa che al momento sta operando illegalmente.
La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che l'avvocato del partito Pirates de Catalunya, Josep Jover, denuncerà lunedì la decisione di Pedraz alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea chiedendone una rettifica per impedirne il prolungamento.
Le ragioni dietro alla sospensione di Telegram in Spagna
La Corte spagnola ha deciso di sospendere l'attività della piattaforma in Spagna perché il canale veniva utilizzato per diffondere contenuti protetti da copyright senza l'espressa autorizzazione dei creatori.
Alcuni dei principali gruppi mediatici del Paese, come Atresmedia, Mediaset e Movistar, hanno denunciato l'app per questi fatti. Dopo che il magistrato ha sollecitato Telegram a chiarire chiedendo di fornire diverse informazioni sulla questione, la società non ha mai risposto e questo ha portato alla drastica decisione di bloccare l'app nel Paese.
Un gran numero di utenti dell'app, che ne conta oltre otto milioni in tutta la Spagna, ha criticato la decisione del giudice sui social network, ritenendola sproporzionata.