Russia e Cina accusano gli Usa al Consiglio di sicurezza Onu: "Aggressione a Iraq e Siria"

L'ambasciatore Usa al Consiglio di sicurezza dell'Onu
L'ambasciatore Usa al Consiglio di sicurezza dell'Onu Diritti d'autore Eduardo Munoz Alvarez/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
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Di Ilaria Cicinelli
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La Russia si è scagliata contro gli Usa al Consiglio di sicurezza Onu, accusando il Paese di aggressione a Iraq e Siria e di alimentare le tensioni in Medio Oriente. Gli Usa intimano all'Iran di fermare i gruppi ribelli ma per Teheran hanno il diritto di lottare contro la presenza statunitense

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La Russia ha accusato gli Stati Uniti di aggressione contro l'Iraq e la Siria nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Onu) di lunedì. Le accuse arrivano in seguito ai numerosi attacchi degli Usa contro gli Houthi e le milizie sostenute dall'Iran in Medio Oriente.

Secondo Mosca l'obiettivo di Washington sarebbe rafforzare la propria influenza a livello globale e salvare l'immagine dell'amministrazione Biden in vista delle elezioni americane.

Russia e Cina puntano il dito verso gli Usa al Consiglio di sicurezza Onu

L'ambasciatore russo all'Onu, Vassily Nebenzia, ha accusato Washington di violare il diritto internazionale e di continuare a seminare caos e distruzione in Medio Oriente.

Nebenzia ha affermato che la violenza degli Usa e dei loro alleati si è intensificata dai territori palestinesi al Libano, al Mar Rosso e allo Yemen e sta "annullando gli sforzi internazionali per ristabilire la pace in Medio Oriente". Ha poi invitato tutti i Paesi "a condannare inequivocabilmente questi atti insensati che violano la sovranità dell'Iraq e della Repubblica Araba Siriana".

L'ambasciatore cinese alle Nazioni Unite, Zhang Jun, alleato della Russia, ha fatto eco alle sue preoccupazioni per l'escalation delle tensioni e delle azioni, puntando il dito contro gli Usa.

"Gli Stati Uniti affermano di non voler creare conflitti in Medio Oriente o altrove, ma in realtà fanno esattamente il contrario", ha detto Zhang. "Le azioni militari statunitensi stanno indubbiamente alimentando nuove turbolenze nella regione e intensificando ulteriormente le tensioni".

Gli Usa hanno replicato che la loro risposta militare agli attacchi ingiustificati dei gruppi armati filoiraniani contro le forze americane è legale e presto saranno effettuate nuove incursioni.

La risposta di Washington alle accuse di Mosca

Sia la Russia che gli Usa hanno dichiarato di non volere estendere il conflitto al resto della regione dopo che molti membri del Consiglio hanno espresso questo timore e hanno esortato i Paesi a intensificare gli sforzi di pace.

Il vice ambasciatore statunitense, Robert Wood, ha replicato che gli Usa hanno il diritto assoluto all'autodifesa contro gli attacchi alle loro truppe e che le azioni intraprese sono necessarie e proporzionate.

Dal 18 ottobre diversi gruppi di miliziani allineati con l'Iran hanno attaccato le forze statunitensi e della coalizione almeno 165 volte in Iraq, Siria. Una di queste incursioni ha colpito una base militare statunitense in Giordania, dove sono morti tre militari. 

Gli Usa hanno risposto con 85 attacchi aerei in Iraq e Siria il 2 febbraio, che secondo entrambi i Paesi hanno causato morti, feriti e distruzione di proprietà civili. Nel corso del Consiglio gli ambasciatori di Baghdad e Damasco hanno condannato gli attacchi come violazioni della loro sovranità.

Per l'Iran i gruppi ribelli hanno diritto di porre fine alla presenza illegale degli Usa

Wood ha sottolineato che gli Stati Uniti non vogliono ulteriori conflitti in una regione in cui stanno "lavorando attivamente per contenere il conflitto a Gaza".

"E non stiamo cercando un conflitto diretto con l'Iran", ha detto Wood, accusando poi Teheran di non riuscire a fermare i gruppi estremisti. 

Gli Usa chiedono agli altri 14 membri del Consiglio, in particolare a quelli che hanno canali diretti con l'Iran, "di fare pressione sui leader iraniani affinché mettano fine alle loro milizie e fermino questi attacchi". "Dovrebbero anche fare pressione sul regime siriano affinché smetta di dare all'Iran una piattaforma per destabilizzare la regione".

L'ambasciatore iraniano all'Onu, Amir Saeid Iravani, ha risposto affermando che "tutti i gruppi di resistenza nella regione sono indipendenti" e ha detto che hanno il diritto legittimo di porre fine alla presenza "illegale" degli Stati Uniti in Iraq e Siria, di fermare le uccisioni a Gaza e di porre fine all'occupazione israeliana dei territori palestinesi.

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