Sono 6,2 milioni i bambini colpiti dal sisma. Molti dormono ancora in tenda e non vanno a scuola
Ricorre martedì l'anniversario del devastante terremoto che distrusse mezza Turchia. Con un bilancio terribile: oltre 50mila morti. Oggi più di700mila persone vivono ancora nelle tende, in condizioni spesso precarie, mentre si calcola che un bambino su tre abbia perso la casa e viva con un disturbo post traumatico da stress, dovuto al ricordo di quei giorni. I minori colpiti dalla tragedia del sisma, secondo quanto riporta Save the children, tra Turchia e Siria, altro Paese distrutto dalle scosse, sono circa 6,2 milioni.
Ad Antiochia, la città più colpita, il 90% degli edifici è stato distrutto. I sopravvissuti stanno ancora aspettando gli aiuti promessi dal governo. Come Kamil, camionista, che ora vive nel suo camion e che racconta:"Lo Stato non ci ha spiegato nulla, l'hanno solo rasa al suolo, non abbiamo informazioni, ci hanno detto che ci avrebbero offerto un appartamento, quando, come, non lo sappiamo".
La vita nei prefabbricati
Alcuni residenti sono stati sistemati in prefabbricati e altri in tende, nonostante le temperature rigide.
"Fa molto freddo di notte, ma al mattino va bene": sono le parole di uno dei tanti bambini ospiti nelle tende da campo. Con lui vivono altri 8 familiari. "Qui 3 bambini dormono sul tappeto - spiega un ragazzino un po' più grande -, io sul divano e il mio fratellino sul letto. Abbiamo fatto richiesta di un container, ma non abbiamo ancora ricevuto nulla".
Sempre secondo quanto riporta Save the children, "il 60% delle famiglie fatica a procurarsi gli articoli igienici di base" e molti raccontano anche di non avere accesso all'acqua. Solo il 30% dei genitori è riuscito a rimandare i figli a scuola.
La ricostruzione
Le autorità vogliono iniziare a ricostruire le attività commerciali per far tornare la popolazione e questa volta assicurano che saranno rispettate le norme antisismiche. Nessun nuovo edificio nel centro della città potrà superare i 4 piani, quindi il trasferimento di tutti è una corsa contro il tempo. La situazione resta comunque drammatica. Oltre alla mancanza di abitazioni, esistono rischi per gli sfollati derivanti dalle condizioni di vita precarie.