L'Idf ha bombardato postazioni militari nel sud del Libano, dopo alcuni attacchi di Hezbollah. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si è riunito ancora sulla situazione a Gaza. "Il 2023 è stato l'anno peggiore per i palestinesi in Cisgiordania" dicono le Nazioni Unite
L'aviazione di Israele ha colpito diversi obiettivi venerdì nel sud del Libano, in risposta ad almeno sei attacchi lanciati nelle scorse ore da parte di Hezbollah, infiammando ancora il fronte nord della guerra.
L'Idf, l'esercito israeliano, ha dichiarato di avere bombardato postazioni militari e di lancio missili. A differenza degli scontri a bassa intensità consumatisi dall'inizio del conflitto tra Israele e Hamas il 7 ottobre, questa volta i caccia sono penetrati per una quindicina di chilometri all'interno del Libano, riporta l'emittente Al Jazeera.
Sempre sul fronte nord, in Siria, un attacco israeliano avrebbe ucciso ieri all'aeroporto di Damasco undici membri delle Guardie rivoluzionarie dell'Iran, secondo Al Arabiya.
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si è riunito su Gaza
Esiste un "alto rischio" che la guerra a Gaza sfoci in un conflitto regionale, ha detto Mohamed Khaled Khiari, assistente del Segretario generale per il Medio Oriente, al Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite che si è riunito venerdì.
"Dobbiamo ripristinare un orizzonte politico", ha avvertito Khiari, "una soluzione a due Stati, con Gaza parte integrante di uno Stato palestinese indipendente, che viva fianco a fianco con Israele in pace e sicurezza".
Il bilancio della guerra tra Israele e Hamas continua ad aggravarsi. Nelle ultime 24 ore, gli attacchi israeliani hanno ucciso 187 persone nella Striscia, portando il bilancio a oltre 21.500 vittime e settemila dispersi, stando alle autorità locali di Gaza.
Onu: "Il 2023 è stato l'anno peggiore per la Cisgiordania"
Il conflitto ha fatto registrare conseguenze drammatiche anche in Cisgiordania. Secondo l'agenzia delle Nazioni unite per il soccorso dei rifugiati palestinesi (Unrwa), questo che si sta per concludere è stato l'anno più sanguinoso dal 2005, da quando l'Unrwa monitora la situazione: 504 palestinesi uccisi in Cisgiordania.
Venerdì pomeriggio, un diciottenne palestinese è morto in scontri tra militari israeliani e residenti di Al Eizariya, una villaggio fuori Gerusalemme Est, secondo l'agenzia palestinese Wafa.
L'Onu ha anche documentato l'arresto dal 7 ottobre di quasi cinquemila palestinesi, un numero venti volte superiore a quello dei detenuti rilasciati grazie all'accordo di tregua tra fine novembre e dicembre.
L'Idf concentra le operazioni nel sud della Striscia
Israele sta operando nei dintorni di Khirbat Ikhza'a, un villaggio nel sud-est di Gaza che è considerato la base dell'attacco del 7 ottobre a Nir Oz, uno dei kibbutz che ha subito più morti e rapimenti.
Le truppe israeliane hanno ucciso un certo numero di militanti e distrutto armi e gallerie sotterranee, ha dichiarato l'Idf. Gli scontri con le forze palestinesi sono stati feroci, anche nella vicina Khuza'a, secondo Al Jaazera.
Le operazioni militari si estendono a tutta la città di Khan Younis e si dirigono verso l'ultima grande città della Striscia al confine con l'Egitto, dove sono sfollate centinaia di migliaia di persone seguendo gli ordini di evacuazione dati da Israele.
L'aviazione continua tuttavia a bombardare ancora nel resto della Striscia. Almeno 35 persone sono morte giovedì in vari attacchi a Burej, Nusseirat e soprattutto Maghazi, dove un raid domenica aveva già fatto un'ottantina di vittime.
"È stato un errore deplorevole. Non sarebbe dovuto accadere. La scelta delle munizioni non è stata corretta. Ce ne rammarichiamo" ha detto di quell'attacco un portavoce del governo israeliano, Eylon Levy, giovedì.
Cancellata la riunione del gabinetto di guerra di Israele
Il governo israeliano si è diviso ancora sulla possibilità di accettare nuovi negoziatiper il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri ancora nelle mani di Hamas e dei gruppi armati palestinesi, oltre che sul futuro di Gaza dopo la guerra.
I contrasti tra il primo ministro Benjamin Netanyahu e gli alleati della destra religiosa hanno portato all'annullamento della riunione del gabinetto di guerra di giovedì sera, a favore di una riunione allargata del gabinetto di sicurezza.
A Gaza sono detenute ancora 129 persone, dopo che è stata dichiarata morta già il 7 ottobre una donna che si credeva in ostaggio, Judith Weinstein Haggai, 70 anni.
Il governo Netanyahu è sotto pressione anche per le perdite militari registrate finora, salite a 168 soldati.