Striscia di Gaza, gli sfollati resistono al freddo e alla fame. L'allarme Onu: "Carestia incombente"

Palestinesi sfollati
Palestinesi sfollati Diritti d'autore Adel Hana/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
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Di Michela Morsa
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Circa l'80% degli abitanti di Gaza è stato costretto a lasciare la propria casa e vive in rifugi di fortuna

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Nella Striscia di Gaza non c'è nessun motivo per festeggiare. Il 25 dicembre significa una sola cosa: un altro giorno alla disperata ricerca di acqua, cibo, medicine e qualsiasi altro bene essenziale, mentre si combatte il freddo e si cerca di scampare alle bombe israeliane, che non si sono fermate nemmeno il giorno di Natale. Le ultime 48 ore, anzi, sono state tra le più letali del conflitto.

Dall'inizio dell'offensiva gli attacchi israeliani hanno ucciso almeno 20.400 palestinesi, senza contare le vittime degli ultimi bombardamenti

La situazione umanitaria peggiora di giorno in giorno. Circa l'80 per cento dei 2,4 milioni di abitanti di Gaza è stato costretto a lasciare la propria casa e ora vive in rifugi di fortuna per strada, in case sovraffollate o nelle strutture dell'Onu, da mesi ben oltre la loro capienza. La maggior parte degli sfollati è stata colta impreparata e non ha avuto nemmeno il tempo di fare i bagagli.

Le testimonianze dei civili palestinesi

Con il freddo in arrivo, anche procurarsi dei semplici vestiti è diventato un compito quasi impossibile: "La nostra vita ora è molto tragica. Il freddo pungente si avvicina. Ho portato con me vestiti estivi per i miei figli. Non ci sono altri vestiti da far indossare ai bambini, e quando vado al mercato a cercare non trovo nulla, nemmeno i vestiti usati sono disponibili", racconta una donna sfollata da Gaza City con i suoi figli. 

"L'occupazione ci ha imposto di abbandonare le nostre case e proprietà. Oggi noi e i nostri figli viviamo in tende di nylon. Vivevamo onorevolmente nelle nostre case, ma oggi siamo umiliati, viviamo per strada. Raccogliamo vecchi abiti per vestire i nostri figli e proteggerli dal freddo dell'inverno. Non sappiamo cosa fare con questa situazione, e per quanto tempo continuerà questo assedio?", dice un altro rifugiato. 

L'allarme dell'Onu

"La gente di Gaza non ha mai sofferto la fame prima di questa guerra", ha dichiarato il capo dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) Philippe Lazzarini, mettendo in guardia da una "carestia causata dall'uomo" a Gaza. 

In un tweet di domenica, Lazzarini ha scritto: "Ora la fame è diffusa e il Programma alimentare mondiale avverte di una carestia incombente. Sarebbe niente meno che una carestia causata dall'uomo e una macchina nella nostra comune umanità. Non possiamo permettere che accada". 

L'ingresso dei camion umanitari

L'agenzia di stampa statale qatariota, Qna, ha annunciato l'arrivo di un aereo militare che trasporta 14 tonnellate di aiuti per Gaza a El Arish, in Egitto. La consegna porta a 50 il numero totale di aerei inviati dal Qatar. 

Nella Striscia domenica sono arrivati anche quattro camion che trasportavano 33 tonnellate di aiuti dell'Unrwa e del Programma alimentare mondiale. Gli aiuti consistono in 84 confezioni di biscotti e 16 pallet di scatole di cibo facili da aprire.

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