Nella tradizionale benedizione urbi et orbi di Natale Papa Francesco chiede la pace a Gaza. Gli appelli al Pontefice del presidente iraniano Raisi e della moglie di Netanyahu
Come ogni 25 dicembre Papa Francesco si è affacciato dalla Loggia delle benedizioni per il messaggio urbi et orbi in occasione del Natale davanti a 70mila fedeli presenti in Piazza San Pietro a Roma.
Per dire no alla guerra bisogna dire no alle armi
Lo sguardo e il cuore dei cristiani di tutto il mondo sono rivolti a Betlemme, lì dove in questi giorni regnano dolore e silenzio, è risuonato l’annuncio atteso da secoli: è nato un Salvatore, che è Cristo Signore. È così che esordisce Papa Francesco alla benedizione urbi et orbi di Natale: rivolge il suo pensiero proprio a Betlemme dove "tra le tenebre della terra si è accesa questa fiamma inestinguibile, oggi sulle oscurità del mondo prevale la luce di Dio, che illumina ogni uomo". Il Pontefice ricorda la scrittura che al Principe della pace Gesù vede opporsi “il principe di questo mondo” che “seminando morte, agisce contro il Signore”, e paragona le stragi di innocenti di oggi, di quei bambini “la cui infanzia è devastata dalla guerra", a quella di Erode.
Il Presidente dell'Iran e la moglie di Netanyahu scrivono a Papa Francesco
Tra i messaggi di Natale ricevuti da Papa Francesco, quello della moglie del premier israeliano Netanyahu e del presidente iraniano Ebrahim Raisi.
Nella lettera al Pontefice Sarah Netanyahu ha chiesto il "personale intervento" per la situazione degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas a Gaza: "Sua Santità le chiedo un suo personale intervento in questo tema. La prego di usare la sua influenza per chiedere il rilascio senza condizioni e senza indugio".
È il presidente della Repubblica islamica dell'Iran a chiedere a Papa Francesco di fermare il massacro nella Striscia: "A causa della mancanza di una azione decisa da parte delle organizzazioni internazionali, abbiamo assistito alla morte di oltre 17mila persone - ha scritto Raisi nel messaggio di Natale inviato al Vaticano -. Spero che ci sarà presto un'iniziativa internazionale per fermare l'uccisione di civili innocenti a Gaza".
Preghiere per Israele e Palestina, Siria, Yemen, Libano e Ucraina
Prima l'Israele e la Palestina, “dove la guerra scuote la vita di quelle popolazioni”, poi la Siria, lo Yemen, il Libano e l'Ucraina. Le preghiere del Santo Padre sono rivolte proprio ai Paesi dove sono in corso i conflitti.
“Porto nel cuore il dolore per le vittime dell’esecrabile attacco del 7 ottobre scorso e rinnovo un pressante appello per la liberazione di quanti sono ancora tenuti in ostaggio”, continua Papa Francesco.Il pensiero va poi alla “popolazione della martoriata Siria”, come pure a quella dello Yemen “ancora in sofferenza” e al caro popolo libanese perché possa ritrovare presto “stabilità politica e sociale”. C'è spazio per un appello alla pace in Ucraina, ma anche perpregare perché si “avvicini il giorno della pace definitiva” tra Armenia e Azerbaigian. Senza dimenticare “tensioni” e “conflitti” che sconvolgono la regione del Sahel, il Corno d’Africa, il Sudan, come anche il Camerun, la Repubblica Democratica del Congo e il Sud Sudan.
Un invito, quello più volte ripetuto da Papa Francesco, a dire “no alla guerra, a ogni guerra, a ogni logica della guerra”, che è “follia senza scuse, viaggio senza meta, sconfitta senza vincitori”.