Ex ostaggi e familiari a muso duro contro Netanyahu: "Bugiardo, dimettiti"

Irena Tati con una foto di suo nipote Alexander Troufanov, detenuto da Hamas a Gaza, durante una manifestazione a Tel Aviv per chiedere il rilascio degli ostaggi
Irena Tati con una foto di suo nipote Alexander Troufanov, detenuto da Hamas a Gaza, durante una manifestazione a Tel Aviv per chiedere il rilascio degli ostaggi Diritti d'autore Ariel Schalit/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Gabriele Barbati
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Il premier ha incontrato una delegazione di ostaggi liberati e familiari di chi è ancora a Gaza martedì sera durante il gabinetto di guerra. Toni alti e urla durante la riunione, secondo i partecipanti. Netanyahu: "Se potessimo liberare gli altri lo faremmo. Ma richieste di Hamas sono inaccettabili"

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In una riunione del gabinetto di guerra israeliano, martedì sera, il premier Benyamin Netanyahu è stato contestato da alcuni degli ostaggi liberati e dai familiari di chi è ancora in mano a Hamas.

Ostaggi e familiari, invitati nella riunione tenutasi a Herzliya, hanno inveito contro il premier per la condotta finora tenuta nella guerra e ne hanno chiesto le dimissioni, secondo quanto riportano vari media israeliani a partire dal Times of Israel e Ynet.

"È illogico che Hamas venga prima di noi! Riporterete indietro tutti!" Le famiglie degli ostaggi sono le più lucide e sobrie a criticare gli obiettivi di guerra del governo israeliano.

Durante la riunione Yelena Troufanov, il cui figlio Alexander è ancora sotto sequestro, ha accusato il governo che Israele "non ha la minima idea di cosa stia facendo" a Gaza. Lo ha riportato Canale 12.

Sempre secondo l'emittente israeliana, una donna liberata insieme con le figlie ma il cui marito è ancora a Gaza, Sharon Cunio, ha detto ai ministri: "Sostenete di avere informazioni di intelligence, ma il fatto è che siamo stati bombardati".

"State mettendo la politica al di sopra degli ostaggi. Riportateli tutti a casa... Non aspettate un altro mese o un altro anno" ha aggiunto Cunio.

Urla, accuse e pianti: registrazioni della difficile discussione tra i rapiti, le loro famiglie e Netanyahu durante il gabinetto di guerra

Netanyahu è stato criticato anche per l'atteggiamento tenuto durante la riunione. Avrebbe letto un messaggio preparato e dichiarato genericamente che "non esiste alcuna possibilità al momento di riportarli a casa. 

"Pensate che se ci fosse una qualsiasi opzione la rifiuteremmo? Le richieste di Hamas sono inaccettabili" sono le parole del premier riportate dalla radio pubblica Kan.

Da settimane nelle proteste che si tengono nel centro di Tel Aviv davanti al ministero della Difesa, i manifestanti hanno chiesto al primo ministro di lasciare il suo incarico. La richiesta della piazza è di fare il possibile per liberare i rapiti, anche attraverso nuovi accordi con Hamas. 

I sette giorni di tregua, scaduti la settimana scorsa, avevano permesso la liberazione di 81 israeliani, 23 cittadini thailandesi e un filippino.Si ritiene che a Gaza rimangano 138 ostaggi, tra cui circa 20 donne.

Nella riunione del gabinetto di guerra ha tenuto banco anche un'altra questione, quella degli stupri sistematici commessi da Hamas durante l'attacco del 7 ottobre, un crimine di guerra secondo il diritto internazionale

Aviva Siegel, liberata da Hamas la settimana scorsa, ha dichiarato ai ministri che le donne in ostaggio "vengono toccate" dai miliziani palestinesi.

"Ho sentitostorie strazianti di abusi sessuali e di casi senza precedenti di crudeli stupri" ha detto il primo ministro Netanyahu in una conferenza stampa dopo l'incontro. 

Il premier ha criticato l'Onu e le organizzazioni per i diritti umani per non avere sollevato abbastanza la questione. "Sono rimasti in silenzio perché si trattava di donne ebree" ha detto.

Le dichiarazioni del primo ministro Benjamin Netanyahu questa sera, durante la conferenza stampa con il ministro della Difesa Yoav Gallant e il ministro Benny Gantz, presso il Kirya di Tel Aviv

"Le accuse devono essere pienamente indagate. Condanniamo la violenza di genere e tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze" ha scritto su X la direttrice generale dell'Unicef, Catherine Russell.

Un'inchiesta della BBC, pubblicata il 5 dicembre, ha avuto accesso alle testimonianze e alle prove delle autopsie che dettagliano le violenze sessuali commesse ai danni di minorenni e adulti attaccati nei kibbutz del sud di Israele.

I rapporti medici visionati segnalano bacini rotti, lividi e tagli compatibili con abusi sessuali riferisce l'emittente britannica che cita anche testimonianze di stupri di gruppo commessi durante l'attacco al festival musicale Nova, dove è stata uccisa da Hamas buona parte dei 1200 civili morti due mesi fa.

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