Scattano le indagini per le cause del disastro del bus a Mestre

I corpi delle vittime del bus di Mestre
I corpi delle vittime del bus di Mestre Diritti d'autore Slow Press / LiveMedia / LaPress/Slow Press / LiveMedia / LaPresse
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La Procura della Repubblica veneziana ha acquisito tutti gli elementi per l'indagine sul disastro del bus precipitato a Mestre

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Nessun "contatto" con un altro veicolo prima del volo mortale, acquisizione della scatola nera presente sul bus e area posta sotto sequestro compreso guard rail.  Ecco i primi elementi e atti su cui si basa l'indagine della Procura di Venezia che procede per il reato di omicidio stradale plurimo in riferimento all'incidente di Mestre e costato la vita a 21 persone.

Indagini senza indagati

"Non ci sono allo stato indagati - ha detto il capo dei pm Bruno Cherchi - mentre il guardrail, la zona di caduta del bus e lo stesso mezzo sono sotto sequestro". La Procura ha anche acquisito la 'scatola nera' del mezzo "che sarà  esaminata solo quando si saprà  che non è  un'operazione irripetibile altrimenti aspetteremo lo sviluppo dell'inchiesta, affinché tutte le parti coinvolte possano avere le perizie di parte". Gli inquirenti nelle ultime ore hanno ascoltato anche una serie di testimoni dal cui racconto emerge che il primo a dare i soccorsi è stato l'autista di un altro bus che è  stato affiancato, non toccato, dal mezzo precipitato. Nel dare l'allarme ha anche lanciato un suo estintore verso il mezzo che ha preso fuoco.

Le ipotesi delle cause del disastro

Le ipotesi dell'incidente restano sempre la manovra azzardata o il malore, evenienza questa che potrà  essere accertata con l'autopsia. Secondo quanto riferisce il direttore della compagnia, Tiziano Idra, l'autista del pullman La Linea, Alberto Rizzotto, stava "guidando da tre ore e mezzo, peraltro non continuative" prima del tragico volo. "Non lavorava dal giorno prima - ha aggiunto - quindi aveva goduto abbondantemente delle ore di riposo previste. Non era certo stanco". Al momento sono 8 le vittime di cui è stato possibile accertare l'identità . Sette di queste sono di sesso femminile. L'unico maschio è un bambino di un anno e mezzo. La maggior parte sono giovani: una ragazzina di circa 11 anni, una ragazza di 28 anni, due giovani di 30, una di 38 anni e due donne di 65 e 70 anni. L'identificazione sta risultando complicata dal fatto che in molti non avevano documenti e anche perché i corpi sono irriconoscibili. Per questo sarà  usato il test del Dna. "Ci sono i loro parenti presenti - ha aggiunto il procuratore di Venezia - ma è difficile dare dei nomi con certezza. Per questo ho dato l'incarico alla medicina legale ,ma anche alla polizia scientifica, perché se necessario si ricorra all'esame del Dna. Speriamo però, entro domani, di identificarli tutti".

Le registrazioni delle telecamere

Nel fascicolo finirà  anche il video che documenta l'incidente. Un filmato registrato dalla 'Smart control room' che coordina i servizi di sicurezza del comune lagunare che è stato acquisito dalla Polizia locale. Restano intanto critiche le condizioni di almeno 6 dei 15 feriti. Tra loro una coppia di fratelli, tre anni e 13 anni, austriaci e ricoverati a Treviso. La loro madre e il compagno sono morti nello schianto. Tra i deceduti c'è una bimba di poco più di un anno e una ragazza di circa 13 anni. E anche una novella sposa di venti anni cittadina croata in viaggio di nozze. Infine con una ordinanza il sindaco Luigi Brugnaro, ha disposto il lutto cittadino fino a venerdì 6 ottobre.

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