La presidente della Commissione europea si sintonizza sulle richieste della premier italiana Meloni alla luce dell'emergenza sbarchi sull'isola: "Qui per una risposta coordinata tra le autorità italiane ed europee"
A Lampedusa "è in gioco il futuro dell'Europa che dipende dalla capacità di affrontare le sfide epocali del nostro tempo e l'immigrazione è una di queste". Così la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni accoglie in visita la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Lampedusa, sotto pressione dallo sbarco di migliaia di migranti sull'isola.
"Non ha senso avere una parte d'Europa che lavora e si impegna e un'altra parte che lavora per 'smontare' quello che facciamo: non si risolve problema parlando di come redistribuire, l'unica soluzione è fermare le partenze irregolari degli immigrati", ha continuato Meloni.
E dalla presidente dell'esecutivo europeo arriva l'annuncio. "Esplorerò le opzioni per ampliare la competenza delle missioni navali esistenti nel Mediterraneo o per crearne di nuove", ha detto, sottolineando la necessità di contrastare le partenze dei migranti irregolari.
È piena sintonia quindi, almeno nelle parole, con le richieste di Meloni, da sempre convinta della necessità dell'impiego di uomini e mezzi alle frontiere marittime nonostante la mancanza di garanzie sulla compatibilità di tali operazioni con il rispetto del principio di non respingimento dei richiedenti asilo sancito dalla convenzione di Ginevra del 1951.
I 10 punti di von der Leyen
Ripresentato ai giornalisti a Lampedusa, il piano in dieci punti di von der Leyen sottoposto ai leader europei negli scorsi mesi è stato scandito con enfasi soprattutto sugli argomenti relativi alla lotta ai trafficanti di esseri umani che approfittano della condizione di debolezza dei migranti e alla necessità del rafforzamento di canali di migrazione legale.
"Abbiamo degli obblighi internazionali che siamo determinati a rispettare, ma siamo noi a decidere chi entra nell'Unione europea e a quali condizioni", ha premesso von der Leyen. "La misura più effettiva per contrastare le menzogne dei trafficanti sono i percorsi di arrivo legali e i corridoi umanitari, quanto meglio sapremo gestire l'immigrazione legale, tanto più potremo essere rigidi su quella irregolare".
Ai lampedusani una rassicurazione. "Aumenteremo il nostro supporto per il trasferimento dei migranti da Lampedusa e sollecitiamo gli altri Stati membri per fare uso del meccanismo volontario di solidarietà e trasferire i migranti dall'Italia", ha aggiunto.
"Fare tutto il possibile"
La delegazione è stata accolta all'aeroporto di Lampedusa dal presidente della Regione Sicilia Renato Schifani e dal prefetto di Agrigento Filippo Romano. Alla visita sull'isola che ospita l'hotspot per i migranti partecipano anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.
"Stiamo facendo tutto il possibile", ha detto Meloni ai lampedusani, che protestano per l'enorme pressione migratoria sull'isola e che hanno bloccato la strada al convoglio che trasporta la presidente della Commissione Ue verso l'hotspot.
Gli sbarchi non si fermano
Nel frattempo, gli arrivi dei migranti a Lampedusa non si fermano così come i loro trasferimenti verso la Sicilia e la penisola.
"Attualmente ci sono circa 1.500 persone nel centro di accoglienza dell'isola, che ha una capacità di 400 persone, e sono previsti trasferimenti nel corso della giornata" ha detto domenica la Croce Rossa Italiana (IRC) che gestisce il centro.
Le navi delle ong, come la Geo Barrents di Medici senza frontiere (MSF), che ha salvato quasi 500 migranti nell'ambito di 11 operazioni, sono dirette verso grandi porti italiani.
Ma decine di piccole imbarcazioni proseguono la loro traversata del Mediterraneo, provenienti ultimamente soprattutto dalla Tunisia, e arrivano direttamente a Lampedusa dove il sistema di gestione dei migranti è al collasso.
Più migranti che lampedusani
Tra lunedì e mercoledì, circa 8.500 persone, più dell'intera popolazione lampedusana, sono arrivate a bordo di 199 imbarcazioni, secondo i dati dell'Agenzia delle Nazioni Unite per le migrazioni.
Questa crisi migratoria è da tre giorni oggetto di un'intensa attività diplomatica. Una conferenza telefonica ha riunito sabato i ministri dell'Interno francese, italiano e tedesco, un rappresentante della presidenza spagnola del Consiglio dell'Unione europea e la Commissaria dell'Ue agli Affari interni Ylva Johansson.
La conferenza è stata proposta dal ministro francese Gérald Darmanin, che aveva già parlato venerdì mattina con i suoi omologhi, il ministro Matteo Piantedosi, e la tedesca, Nancy Faeser.
Anche Darmanin sarà a Lampedusa nei prossimi giorni, hanno convenuto sabato Meloni e il presidente Emmanuel Macron, promettendo di "rafforzare la cooperazione a livello europeo per trovare soluzioni efficaci, immediate e a più lungo termine a questa crisi".