Clima, le cicale cantano a 1.700 metri tra i mughi del Baldo

In una zona tipicamente alpina dove questa specie non c'era
In una zona tipicamente alpina dove questa specie non c'era
Di ANSA
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(ANSA) – TRENTO, 30 AGO – Il canto delle cicale richiama alla
nostra mente le calde giornate estive, in cui questo suono è
quasi l’unico che si può sentire nei momenti di maggior calura.
Ma il 16 agosto 2023, i botanici della Fondazione Museo Civico
di Rovereto, in ricognizione nell’ambito di un progetto che
studia gli effetti dei cambiamenti climatici sulla flora
montana, ha potuto documentare e registrare il canto di Cicada
orni a ben 1700 metri, sul Monte Baldo, in una zona tipicamente
alpina dominata dal pino mugo, dove questa specie di insetti non
era presente. Le cicale giocano un ruolo importante negli ecosistemi
terrestri e sono da anni sotto la lente degli entomologi perché
il loro comportamento sembra stia cambiando in varie aree del
pianeta per effetto del cambiamento climatico. Ad esempio le
larve si sviluppano sottoterra ed “emergono” solo nel momento di
mettere le ali, e lo fanno solo a determinate temperature: Gene
Kristsky della Mount St Joseph University, che monitora le
cicale da decenni, ha rilevato che queste stanno emergendo prima
rispetto agli anni precedenti: si tratta dunque di un importante
nesso tra clima e ciclo vitale dell’insetto.
“Un altro aspetto da monitorare per comprendere gli effetti del cambiamento climatico”, commenta in una nota Filippo Maria
Buzzetti, entomologo del Museo Civico esperto in bioacustica
(nel canto degli insetti) “è proprio la distribuzione geografica
delle cicale: se questi insetti sono tipicamente presenti nelle
regioni calde e temperate del pianeta, la loro comparsa a nuove
e più elevate latitudini (cioè l’espansione del loro areale
verso nord) può essere indice di temperature che in quelle nuove
aree di presenza si stanno facendo meno rigide. Infine, anche i
nuovi “record” altimetrici di presenza delle cicale possono
essere indice del clima che cambia: la presenza di cicale a
quote non usuali può essere indice di un “innalzamento” della
distribuzione altitudinale della specie. È ciò che è stato
documentato dal Museo sul Baldo mercoledì 16 agosto 2023″.
(ANSA).

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