Il parlamento israeliano approva la riforma della giustizia

Manifestanti israeliani
Manifestanti israeliani Diritti d'autore Maya Alleruzzo/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
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Il dibattito nazionale sulla riforma della giustizia ha lacerato la società israeliana e la misura del governo Netanyahu appare a molti una soluzione liberticida

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Il parlamento israeliano ha definitivamente approvato uno dei punti principali della riforma giudiziaria del governo di Benjamin Netanyahu: la clausola di ragionevolezza. Si tratta della possibilità per la magistratura di pronunciarsi sulla ragionevolezza delle decisioni del governo. Secondo il premier e i partiti di destra, di estrema destra e religiosi, garantisce un migliore equilibrio dei poteri. Mentre gli oppositori la vedono come una minaccia alla democrazia israeliana e alle sue garanzie istituzionali. Tutti i 56 deputati dell’opposizione avevano votato in prima istanza contro la riforma.  In Israele ha dilagato la resistenza all'adozione di questa misura del governo di Netanyahu che a molti appare liberticida.

Il voto di fine luglio

I legislatori israeliani si sono riuniti lunedì in una tempestosa sessione per votare su una parte fondamentale del piano divisivo di Netanyahu per rimodellare il sistema giudiziario del paese, nonostante le massicce proteste che hanno messo in luce crepe senza precedenti nella società israeliana. Peraltro il voto è avvenuto poche ore dopo che il premier era stato dimesso da un ospedale e rifletteva la determinazione sua  e dei suoi alleati ultranazionalisti e ultrareligiosi a portare avanti la revisione. Il piano ha messo alla prova i delicati legami sociali che legano il Paese, ha scosso la coesione del suo potente esercito e ha ripetutamente attirato la preoccupazione del suo più stretto alleato, gli Stati Uniti.

I legislatori dell'opposizione hanno gridato "vergogna" mentre si avvicinava il voto, il secondo dei tre richiesti.

Nel frattempo, i manifestanti, molti dei quali sentono che il piano del governo sta erodendo le fondamenta stesse del loro paese, hanno bloccato una  delle strade che conducono al parlamento e le grandi catene di centri commerciali  oltre ad alcune stazioni di servizio.

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