Kurti e Vucic a Bruxelles. Sì a nuove elezioni ma un accordo resta lontano

il primo ministro kosovaro Albin Kurti
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I leader di Kosovo e Serbia hanno incontrato a Bruxelles l'Alto rappresetnante dell'Ue. Sì a nuove elezioni, ma manca un accordo per allentare le tensioni

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Il primo ministro del Kosovo e il presidente serbo sono andati venerdì a Bruxelles su richiesta del capo della diplomazia dell'Unione Europea. Albin Kurti e Aleksandar Vucic hanno rifiutato di sedersi a un tavolo per instaurare un dialogo diretto, ma hanno incontrato Josep Borrell sepparatamente.

L'incontro non ha consentito di fare passi avanti nella risoluzione delle tensioni al confine tra Kosofo e Serbia, aumentate dopo le controverse elezioni comunali che si sono svolte a fine maggio nel nord del Paese.

"Ho messo sul tavolo proposte concrete basate sulle condizioni stabilite dall'Unione Europea. Almeno in questo contesto, abbiamo concordato sulla necessità di indire nuove elezioni e abbiamo discusso in dettaglio le modalità e i passi per arrivarci. Il cammino è ancora lungo, ma almeno sappiamo come procedere", ha dichiarato Borrell dopo gli incontri.

Nel tweet: "La situazione nel nord del Kosovo continua ad essere tesa. Oggi cercheremo soluzioni per risolvere il conflitto. L'incontro con il primo ministro Kurti è cominciato.

L'Unione Europea continua a chiedere che entrambe le parti tornino al tavolo dei negoziati, ma l'Alto rappresentante ha ammesso che Kosovo e Serbia hanno "interpretazioni profondamente diverse delle cause del conflitto, sulle sue conseguenze e sulle possibili soluzioni".

Gli scontri di maggio

I disordini nel nord del Kosovo, dove i serbi rappresentano la maggioranza della popolazione, sono scaturiti durantel'insediamento di quattro sindaci di etnia albanese, nominati grazie al boicottaggio delle consultazioni da parte degli eletorri serbi: l'affluenza era stata inferiore al 4 per cento.

Per sedare le violenze scoppiate tra i manifestanti che contestavano i risultati delle urne e la polizia kosovara che scortava gli amministratori locali fino ai loro uffici era dovuta intervenire la forza di pace guidata dalla Nato Kfor, e negli scontri erano rimasti feriti quattordici militari italiani. i manifestanti che contestavano i risulatati delle urne e la polizia kosovare che scortava

La settimana scorsa, tre granate stordenti sono state lanciate contro el stazioni di polizia di Zvecan e Mitrovica nord, mentre i cittadini di etnia serba del Kosovo inscenavano proteste davanti agli edifici comunali.

La Serbia e il Kosovo, la sua ex provincia, sono in conflitto da decenni. La guerra, durata dal 1998 al 1999, ha causato la morte di più di 10mila persone, per lo più albanesi del Kosovo. Belgrado continua a non riconoscere l'indipendenza del Kosovo, dichiarata da Pristina nel 2008.

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