I missili russi non fanno distinzione, una volta caduti al suolo: pochi giorni fa, un attacco ha prodotto tre morti, tra cui un bambino piccolo e sua madre, davanti ai cancelli di un rifugio chiuso
Kiev: continumente risuonano le sirene antiaeree, ma non ci sono rifugi per tutti, e non tutti ne hanno uno vicino dove andare.
È il caso di Ranva, che vive con i suoi figli e un cagnolino in un appartamento di una zona periferica della capitale ucraina.
La notte sarà lunga: i missili russi non fanno distinzione, una volta caduti al suolo.
"Qui - dice - abbiamo due muri: se le finestre verranno colpite, saremo protetti dai vetri, ma un razzo balistico sarà fatale".
Non è facile addormentarsi in circostanze così drammatiche, ma la vita va avanti e nelle ultime settimane i bombardamenti russi sono stati quasi quotidiani.
Pochi giorni fa, uno di questi attacchi ha prodotto tre morti, tra cui un bambino piccolo e sua madre, davanti ai cancelli di un rifugio che era chiuso.
Questo drammatico episodio ha generato tensioni tra il governo e le autorità locali: le ispezioni hanno trovato quasi un quarto dei rifugi antiaerei chiusi o inutilizzabili.
Si tratta dell'ennesimo problema increscioso cui i funzionari di Kiev sono chiamati a far fronte al più presto.