Cipro, Christodoulides: "Appoggiamo le sanzioni alla Russia"

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Di Efi Koutsokosta
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Il nuovo presidente di Cipro ospite di The Global Conversation: tra i temi trattati la guerra in Ucraina, il dialogo sulla riunificazione con la Turchia e lo sfruttamento delle riserve di gas nel Meditterraneo orientale

Con l'invasione dell'Ucraina la scena geopolitica è completamente cambiata, così come le priorità dell'Unione europea e le sue relazioni con i Paesi terzi. Parleremo di questo, ma anche delle nuove iniziative in relazione alla questione cipriota, con il nuovo Presidente di Cipro, Nikos Christodoulides, a Bruxelles per il suo primo vertice europeo.

Signor Presidente, è la prima volta che viene a Bruxelles in qualità di presidente di Cipro e si presenta con una proposta concreta per un ruolo più attivo dell'Unione europea nella risoluzione del problema cipriota. Considerata la posizione della controparte, che il dialogo è stato congelato negli ultimi sei anni e che la Turchia è più lontana che mai dall'Unione europea, cosa si aspetta esattamente? Cosa può fare Bruxelles che voi non siete riusciti a fare in tutti questi anni?

Per provare a risolvere il problema di Cipro, dobbiamo sempre tenere conto dei fatti internazionali. Non siamo noi a influenzare gli sviluppi internazionali, ma siamo noi a essere influenzati dagli sviluppi internazionali. Qual è lo stato attuale delle cose? Lo stato attuale delle cose è che abbiamo un'invasione russa illegale dell'Ucraina e abbiamo un'Unione europea che paga il prezzo delle sue decisioni - che sono corrette e con cui noi siamo d'accordo, partecipando al processo decisionale - ma sviluppa un ruolo di guida, tenendo anche conto dell'impatto di questa invasione russa sugli altri attori del sistema internazionale. Questa è la prima dimensione: un ruolo di guida da parte dell'Unione europea in una crisi nel vicinato europeo. La seconda dimensione è l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica di Cipro. La terza dimensione riguarda le elezioni in Turchia. Abbiamo tempo fino alle elezioni in Turchia, che dovremmo sfruttare per riprendere il dialogo.

Parlando di Turchia e delle elezioni che si terranno a maggio, cosa si aspetta dopo, nel caso in cui Erdogan venga rieletto o se ci sarà un cambiamento con una vittoria di Kemal Kılıçdaroğlu?

Non mi aspetto certo cambiamenti radicali nella politica estera turca. Almeno questo è ciò che dimostra la storia della politica estera turca nel tempo. Ma l'elezione di un nuovo presidente, che sia Erdogan o il leader dell'attuale opposizione, comporta comunque una nuova situazione. Ripeto, l'importante è sfruttare questo periodo - ed è quello che abbiamo concordato con i tre presidenti delle istituzioni europee - per creare le condizioni per riprendere i colloqui subito dopo le elezioni in Turchia, sulla base del quadro concordato. Perché, più di chiunque altro, vogliamo la fine dell'occupazione e la riunificazione della nostra patria.

Quindi la vostra proposta è che le istituzioni europee prendano l'iniziativa, cioè che mettano la questione cipriota nel contesto delle relazioni tra Bruxelles e Ankara?

La nostra proposta presenta due aspetti. Il primo riguarda la necessità di superare lo stallo. Non siamo ancora ai colloqui, ma il primo tentativo è quello di sbloccare l'impasse per rimettere i colloqui in carreggiata. In questo caso, abbiamo bisogno di un coinvolgimento di primo piano dell'Unione europea. Ma sempre nel contesto delle Nazioni Unite. Non stiamo cercando di sottrarre la questione cipriota alle Nazioni Unite. Al contrario, le Nazioni Unite e il quadro delle risoluzioni sono le nostre garanzie nel perseguire il nostro obiettivo. Ma per uscire dallo stallo crediamo che l'Unione europea, attraverso la nomina di un funzionario politico, attraverso l'azione delle istituzioni stesse, possa sostenerci per raggiungere questo obiettivo. Questo è il primo aspetto della nostra proposta, quello su cui ci stiamo concentrando e che puntiamo a realizzare subito dopo le elezioni in Turchia. Con la ripresa del dialogo arriva la seconda parte della proposta. Un aspetto molto specifico della nostra proposta è il sostegno tecnocratico ai colloqui non appena riprenderanno.

Passiamo a un altro argomento dominante e che probabilmente lo sarà per molto tempo, ovvero l'invasione russa dell'Ucraina. La Repubblica di Cipro in passato ha avuto ottime relazioni e forti legami con la Russia. Molti aspetti di questo rapporto sono stati duramente criticati dall'Europa. A che punto sono oggi le relazioni tra la Repubblica di Cipro e la Russia?

Sì, storicamente ci sono stati forti legami con la Federazione Russa, specialmente tra le popolazioni dei due Paesi. C'era anche una dimensione importante che riguardava la questione di Cipro e il fatto che la Federazione Russa è un membro permanente del Consiglio di Sicurezza, ma la realtà oggi è chiaramente diversa. La Repubblica di Cipro non si sottrarrà in alcun modo alle decisioni unanimi dell'Unione europea, alle quali, ripeto, partecipiamo anche noi.

Questo significa che lei, come come nuovo Presidente della Repubblica di Cipro, sostiene la politica europea delle sanzioni contro la Russia? Pensa che stiano funzionando?

Le sanzioni sono uno strumento giustamente utilizzato dall'Unione europea. Il problema potrebbe essere l'attuazione delle sanzioni, non solo da parte degli Stati membri, ma anche da parte di tutti coloro che sono collegati in un modo o nell'altro con l'Unione europea.

Quindi lei le sostiene?

Certo.

Passiamo ora a un'altra questione, che interessa anche l'Unione europea: l'indipendenza energetica dalla Russia. Mi dica quale ruolo può svolgere Cipro in questo ambito e se ha notato un maggiore interesse da parte dell'Unione europea verso il Mediterraneo orientale.

L'interesse c'è ed è stato espresso prima che noi assumessimo il governo del Paese. Abbiamo già visto un certo interesse in passato. Voglio dire le cose come stanno: si tratta della prospettiva del famoso corridoio del gas del Mediterraneo orientale, attraverso un ruolo guida dell'Unione europea e la cooperazione dei Paesi della regione. Il Mediterraneo orientale può essere sviluppato come corridoio energetico alternativo per l'Unione Europea. Secondo le stime di esperti che conoscono la materia meglio di me, il Mediterraneo orientale può coprire fino al 15-16% del fabbisogno dell'Unione europea nei prossimi 25 anni.

E i vostri programmi energetici? Cosa pensa delle trivellazioni nella Zona Economica Esclusiva di Cipro?

Abbiamo trovato del gas e ci sono attività in corso da parte di società situate nella Zona economica esclusiva della Repubblica di Cipro. C'è un problema. Voglio essere completamente onesto...

C'è una tempistica e quando ci saranno dei risultati tangibili?

È una questione che abbiamo discusso nel Consiglio dei ministri, in particolare con il Ministro dell'Energia: la necessità, dopo essersi consultati con le aziende, di dire alla gente la verità: il gas sarà utilizzato solo per un certo periodo di tempo. Fino ad allora, procederemo alla fase di sfruttamento, perché ciò che mi preoccupa è che tra 5-10 anni, nel contesto della transizione verde, queste riserve potrebbero non essere più in grado di essere utilizzate.

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