Cappellano, al Beccaria c'è ancora un po' di tensione

(ANSA) – MILANO, 27 DIC – Temono di essere trasferiti, sono
nervosi i ragazzi detenuti nell’istituto minorile Beccaria di
Milano, dove il giorno di Natale sette sono evasi e altri hanno
inscenato una protesta con tanto di fuoco appiccato nelle
camere. Tre di quelli scappati sono stati riportati in carcere,
dove si trovano, adesso in isolamento, in attesa di essere
trasferiti in altre strutture.
Fra i ragazzi rimasti aleggia “un po’ di tensione” spiega
all’ANSA il cappellano don Claudio Burgio. “Tutti temono i
trasferimenti. Sono agitati, sbattono sulle sbarre, chiamano gli
assistenti, cioè gli agenti, in continuazione per bisogni anche
improbabili, sono provocatori a livello verbale” racconta. Una
situazione “esplosiva, un po’ rientrata” già ieri.
“Ieri alcuni mi hanno subito detto ‘hai visto che siamo
rimasti e abbiamo aiutato a mettere a posto?’ per far capire che
non assecondano queste ‘cavolate’. Il giudizio che hanno su chi
è andato via – aggiunge – è impietoso: li considerano dei
bambini, immaturi”.
Il procuratore dei minori di Milano, Ciro Cascone ha
effettuato un sopralluogo nel carcere minorile Becccaria del
capoluogo lombardo.
Dopo la fuga, nel carcere altri reclusi avevano acceso
fuochi nelle celle e quattro agenti di Polizia penitenziaria
erano rimasti intossicati. Per gli autori della protesta è stato
previsto il trasferimento in altri istituti, così come i ragazzi
presi dopo l’evasione. (ANSA).