L'inchiesta che fa tremare l'Europa

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Di euronews
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Per i magistrati belgi soldi e regali dal Qatar sarebbero serviti a influenzare istituzioni ed opinione pubblica

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L'inchiesta penale per corruzione condotta dalla procura di Bruxelles a carico di esponenti del parlamento europeo si estende a nuove figure. Sabato sera gli inquirenti hanno perquisito la casa dell'eurodeputato socialista Marc Tarabella (non indagato), che in passato ha collaborato con l'ex europarlamentare italiano Antonio Panzeri, e che oggi nega di aver mai ricevuto "regali dal Qatar".

Panzeri, insieme al sindacalista Luca Visentini, all'assistente parlamentare Francesco Giorgi, e ad NiccolòFigà-Talamanca, responsabile di una Ong basata a Bruxelles, si è visto convalidare il fermo e confermare le accuse.

Visentini, secondo la stampa belga, sarebbe stato rimesso in libertà condizionata; rilasciato anche il padre della vicepresidente Eva Kaili, mentre quest'ultima resta in carcere insieme a Francesco Giorgio, che è anche suo compagno nella vita.

L'inchiesta ipotizza l'esistenza di una "organizzazione criminale" guidata da Antonio Panzeri, finanziata da un "paese straniero", nello specifico il Qatar, e volta a orientare grazie a lobbies e centrali di comunicazione, le decisioni europee a proprio vantaggio.

Nel corso dell'operazione sono state sequestrate ingenti somme di denaro in contante: 600.000 euro, in banconote da 50, erano nella valigia del padre di Eva Kaili, arrestato mentre usciva dal suo albergo, altri 150.000 euro erano nell'appartamento della ex vicepresidente del parlamento.

Secondo il responsabile europeo per la Politica estera, Josep Borrell, "le accuse a carico di Eva Kaili (corruzione e riciclaggio, ndr) sono gravissime. C'è un aindagine in corso e la seguiamo con attenzione". "È uno scandalo sul quale dobbiamo far emergere la verità e fare in modo che non possa accadere di nuovo, ha detto il ministro degli Esteri irlandese Simon Coveney, che ha anche auspicato "una indagine completa e trasparente".

Infine, l'autorità anti-riciclaggio della capitale greca ha congelato tutte le proprietà riferibili ad Eva Kaili e ai suoi parenti più prossimi, compresi conti bancari, cassette di sciurezza, partecipazioni azionarie e altri "attivi finanziari".

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