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Il boom del settore farmaceutico in Algeria

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Di Cyril Fourneris
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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il settore farmaceutico algerino stia vivendo una profonda trasformazione: oggi copre il 70% del fabbisogno di farmaci generici del Paese. L'obiettivo è quello di rafforzare la sicurezza sanitaria della regione

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In pochi decenni l'Algeria è diventata uno dei principali produttori farmaceutici dell'Africa. L'anno scorso sono stati prodotti farmaci per un valore di oltre 2,5 miliardi di euro. Circa 200 unità produttive coprono quasi il 70% del fabbisogno di farmaci generici del Paese. Una manna in tempi di crescenti tensioni sul mercato internazionale.

Un esempio è rappresentato dai laboratori Frater Razes. Nel bel mezzo della pandemia l'azienda ha immesso sul mercato un anticoagulante che è stato prescritto ai pazienti con il Covid. È la prima volta che in Algeria vengono prodotti farmaci biosimilari, cioè ricavati da organismi viventi.

"Oggi il mondo si sta muovendo verso le biotecnologie - dice Abderrahmane Boudiba, segretario generale di Frater Razes -. Noi, come altri laboratori internazionali, abbiamo anticipato questa tendenza attraverso l'innovazione farmaceutica, orientando la nostra produzione verso i biosimilari e la creazione di prodotti da coltura cellulare. Questo prodotto è stato importato per 20 anni. Abbiamo assicurato l'autosufficienza al nostro Paese, ai pazienti algerini".

Obiettivo autosufficienza

Il laboratorio ha in programma di aumentare le esportazioni. La priorità ora è fare un altro passo verso l'autosufficienza: grazie alle sue ricerche, il laboratorio spera di poter presto sintetizzare sostanze organiche. "Se realizziamo questa biosintesi, non dovremo importare materie prime - dice Hamza Mansour, direttore generale di Frater Razes -. Produrremo le nostre materie prime, garantiremo la nostra biosintesi, la nostra produzione dalla A alla Z".

Diverse riforme hanno portato a un cambiamento di paradigma nel Paese, dove i prodotti sanitari sono passati dall'essere una voce di bilancio a una leva per la crescita. Biopharm, un altro laboratorio privato, ha recentemente iniziato a commercializzare prodotti oncologici e farmaci antitumorali, il cui sviluppo richiede infrastrutture complesse e investimenti massicci.

"È importante sapere che l'industria farmaceutica è la locomotiva dell'industria generale algerina in Algeria - dice Ayadi El-Ghani, direttore di produzione di Biopharm -. È un settore che ha registrato una crescita a due cifre negli ultimi vent'anni. La sfida è ora quella di acquisire le competenze per la produzione di nuove tecnologie. Per il prossimo anno abbiamo l'ambizione di passare all'ormonologia. E poi passare ai farmaci biologici in futuro prossimo".

Biopharm sta lavorando aI suoi prossimi prodotti in collaborazione con la comunità scientifica e accademica algerina. L'obiettivo è sviluppare un'industria ancora giovane su scala globale. Il settore farmaceutico algerino copre il 70% del fabbisogno di farmaci generici della popolazione algerina: come produrre il restante 30%?".

"Il restante 30% è costituito da prodotti piuttosto difficili da sviluppare, prodotti innovativi - dice Idir Boutmeur, responsabile del centro di ricerca e sviluppo di Biopharm -. Tutto dipende dall'innovazione, che è la chiave del successo di qualsiasi industria. Per creare questi prodotti dobbiamo investire in risorse umane, in strutture, in centri di ricerca e sviluppo".

Sicurezza sanitaria e alimentare, le due priorità dell'Africa

A pochi chilometri di distanza Biocare è diventata la prima azienda in Africa a produrre penne per l'insulina. Ciò ha permesso di ridurre le importazioni: la cura del diabete è una delle principali voci di spesa della previdenza sociale algerina. "Si tratta di una tecnica e di una tecnologia unica nel continente africano - dice Abdelkader Amraoui, direttore generale di Biocare -. È un prodotto fondamentale per i pazienti algerini e per quelli dell'intero continente".

Per dare vita alla sua strategia sanitaria, l'Algeria si affida al laboratorio pubblico Saidal. È stato uno dei primi in Africa a produrre un vaccino anti-Covid, il Coronavac, in collaborazione con la Cina. L'azienda sostiene lo sviluppo di un'industria continentale integrata, con hub regionali specializzati. "I nostri partner africani sono sempre più esigenti e vogliono che una parte dell'industria farmaceutica sia presente nei loro Paesi - dice Fetoum Akacem, amministratore delegato del gruppo Saidal -. Saidal può offrire tutto questo. La salute è una priorità. Quindi se iniziamo a garantire la sicurezza sanitaria alla popolazione, la sicurezza alimentare seguirà sicuramente. Queste sono le due aree più importanti per lo sviluppo dell'Africa e dell'Algeria".

Una delle sfide sarà quella di convincere i principali donatori di medicinali, come l'Oms, ad acquistare farmaci africani per creare valore aggiunto nel continente.

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