Questa domenica sciopero al maggiore scalo merci del Paese, deviate verso altri porti alcune navi cargo; il sindacato dei trasporti rifiuta la proposta del governo di un aumento di circa il 7 % su 3 anni
Ai ferrovieri e agli autisti ora si aggiungono i portuali. Tutti in sciopero per le stesse ragioni: migliori salari, adeguati all'inflazione. In Gran Bretagna questa domenica i portuali di Felixstowe, il più importante scalo merci del Paese, incrociano le braccia costringendo molte delle navi cargo a deviare verso altri porti brtannici o europei.
Lynch: "La proposta del governo è insufficiente"
I lavoratori non sono disposti ad accettare l'aumento di circa il 7 % proposto questa settimana dal governo, inadeguato di fronte all'inflazione e alla recessione che per l'isola rischia di essere particolarmente dura dopo Brexit. Mick Lynch, il segretario generale dell'unione ferroviaria, marittima e dei trasporti (RMT), spiega i motivi del diniego spiegando che l'accordo per un rialzo salariale dell'8 % in 3 anni a partire dall'anno scorso non basta: "L'inflazione - dice - questa settimana ha toccato il 12,3 %. Quindi, se accettassimo quell'offerta retributiva, su noi peserebbe circa un quarto dell'inflazione del prossimo anno, che probabilmente sarà del 15% o del 16%. I nostri iscritti non sono disposti ad accettare".
Prima di fine mese altre categorie sciopereranno
Le agitazioni sono iniziate giovedì con lo sciopero dei ferrovieri in alcune aree del Paese zero servizio, in altre minimo garantito fino alle 18h30, circa un treno su 4 è passato, disagi per i passaggeri diretti ai festival, alle partite o in vacanza.
A Londra hanno scioperato anche i conduttori della metropolitana e gli autisti; avvocati, netturbini, dipendenti del settore turistico e delle telecomunicazioni dovrebbero unirsi alla protesta tra qualche giorno. Nell'estate calda d'oltremanica.
A giugno una prima ondata di scioperi
Già nel mese di giugno una prima ondata di scioperi, essenzialmente per le stesse ragioni, aveva agitato il Paese. Mesi di discussioni tra i sindacati e il governo non hanno ancora trovato un punto di caduta.