Sparatoria di Uvalde, proteste dopo il video che inchioda i poliziotti

"Serve un cambianto, adesso". Al ritmo di questo slogan si dipana la manifastezione contro le armi negli Stati Uniti, nei pressi del Campidoglio.
Il filmato che inchioda le forze dell'ordine
La protesta è scoppiata dopo la pubblicazione del video che inchioda il ritardo di intervento dei poliziotti nel corso della sparatoria a Uvalde, in Texas, la peggiore nella storia dello Stato, che ha causato la morte di 19 bambini e due insegnanti.
Il video, pubblicato martedì dall' "Austin American-Statesman", mostra gli agenti che si avvicinano alla porta dell'aula pochi minuti dopo l'ingresso del tiratore, ma si ritirano dopo che quest'ultimo ha aperto il fuoco contro di loro.
La pubblicazione del filmato è stata particolarmente dolorosa per le famiglie delle vittime, tra cui un gruppo di genitori e parenti che hanno dichiarato di essere stati colti di sorpresa martedì mentre si trovavano a Washington. Si aspettavano di vedere il filmato domenica, quando la commissione della Camera del Texas che indaga sulla sparatoria lo avrebbe dovuto mostrarle alle famiglie, prima di renderlo pubblico.
"Siamo stati colti alla sprovvista da una fuga di notizie", ha detto Angel Garza, la cui figlia di 10 anni, Amerie Jo, è stata uccisa. "Chi credete di essere per diffondere un filmato come quello dei nostri figli che non possono nemmeno parlare per se stessi, ma volete andare avanti e trasmettere i loro ultimi momenti al mondo intero? Cosa vi fa pensare che sia giusto?".
"Ho visto il video, è imbarazzante".
"Magari, se avessero agito prima.." ¨è il quesito cui non troveranno mai una risposta.
Ho visto il video, ed è imbarazzante vedere come si sono comportati (la polizia, ndr). C'erano persone che ridevano. Si vedevano ragazzi che si pulivano le mani, gente che mandava messaggi al cellulare. E c'è una mancanza di tattica", afferma un manifestante.
"Avrebbero dovuto intervenire prima. Avrebbero potuto fare molte cose meglio. Ed è imbarazzante. Ecco perché non volevano che il video venisse pubblicato. Ma ora è uscito".
il poliziotto di cui si parla è stato accusato ingiustamente di guardare il telefono, mentre in realtà stava rispondendo alla moglie, insegnante nella scuola, colpita a morte nel corso della sparatoria.
Ad ogni modo, il lasso di tempo intercorso tra l'ingresso del killer nella scuola e l'intervento dei poliziotti, un'ora e venti minuti, ha lasciato tutti di sopresa, da esperti delle forze dell'ordine ai parenti.
Sono rimasti nel corridoio, dopo che il killer aveva rivolto le armi contro di loro. Fuori dalla porta, che scricchiolava sotto le grida di insegnanti e bambini.