Libia, folla di manifestanti assalta e incendia il parlamento di Tobruk

Tobruk, Libia, 1 luglio 2022: fumo e fiamme si levano dalla sede del Parlamento
Tobruk, Libia, 1 luglio 2022: fumo e fiamme si levano dalla sede del Parlamento Diritti d'autore AFP (Videostandbild)
Di Euronews Agenzie:  AFP
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I disordini arrivano all'indomani del fallimento dei colloqui mediati dall'ONU a Ginevra, nei quali Tripolitania e Cirenaica avevano cercato un accordo per le elezioni

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Migliaia di manifestanti hanno preso d'assalto l'edificio del Parlamento a Tobruk, in Libia, incendiando parte del complesso.

I disordini fanno seguito al fallimento dei ripetuti sforzi che vanno avanti ormai da mesi per indirizzare il Paese verso una transizione democratica,

Secondo il racconto di alcuni testimoni, gran parte dei dimostranti si è unita a una marcia verso il parlamento per chiedere lo scioglimento dell'attuale esecutivo e lo svolgimento di elezioni: la situazione sarebbe degenerata quando uno dei manifestanti è stato raggiunto alle gambe da un colpo sparato da uno degli agenti di guardia all'edificio.

I disordini arrivano all'indomani del nulla di fatto a Ginevra, dove le due potenze rivali del Paese - una con sede nella Tripolitania, l'altra in Cirenaica- avevano cercato di raggiungere un accordo su un quadro costituzionale per le elezioni nazionali in colloqui mediati dalle Nazioni Unite.

Le amministrazioni separate a est e a ovest rimangono divise su come stabilire un quadro costituzionale.

Giovedì le Nazioni Unite hanno dichiarato che i tentativi di sbloccare la situazione sono falliti e che il Paese non è più vicino ad avere elezioni.

Altre proteste per chiedere le elezioni sono state organizzate all'inizio della giornata in diverse città della Libia.

La Libia, ricca di petrolio, è stata devastata dal conflitto da quando, nel 2011, una rivolta sostenuta dalla NATO ha rovesciato e ucciso il dittatore di lunga data Moammar Gheddafi, portando a una proliferazione di gruppi politici e militari rivali.

  L'amministrazione con sede a est è sostenuta dal comandante militare Khalifa Haftar, mentre un'amministrazione sostenuta dalle Nazioni Unite ha sede nella capitale Tripoli. Ciascuna parte è sostenuta da diverse milizie e potenze straniere.

Tobruk, sede della Camera dei Rappresentanti libica, è stata a lungo alleata di Hifter. Recentemente il parlamento ha eletto Fathy Basghagha come primo ministro di un governo che rivaleggia con l'amministrazione di Tripoli. Bashagha, un potente ex ministro degli Interni, sta ora gestendo un'amministrazione separata dalla città di Sirte.

Il piano elettorale libico dello scorso 24 dicembre è fallito dopo che l'amministrazione ad interim con sede a Tripoli, guidata dal primo ministro Abdul Hamid Dbeibah, non è riuscita a portare avanti il voto. Il fallimento è stato un duro colpo per gli sforzi internazionali volti a porre fine a un decennio di caos in Libia.

Anche il deterioramento della situazione economica è stato un fattore che ha portato alle proteste di venerdì. A Tripoli, centinaia di persone sono scese in piazza all'inizio della giornata per opporsi alla crisi politica, ma anche per protestare contro la mancanza di elettricità e l'aumento dei prezzi del carburante e del pane.

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