L'Ucraina stima di aver bisogno di migliaia di pezzi d'artiglieria e centinaia di carri armati, ma per il momento è costretta a rattoppare armi e mezzi in dismissione
Con le munizioni ormai agli sgoccioli, i soldati ucraini tornano ad affidarsi ai droni: non più i Bayraktar turchi, ma nuovi Predator spediti da Washington. Il loro uso permette di colpire le postazioni di artiglieria che coprono la lenta e incessante avanzata delle forze russe.
Gli ufficiali ucraini intanto sono tornati a chiedere l'invio di cannoni a lunga gittata per contrastare più efficacemente il continuo martellamento russo
"Abbiamo bisogno di altri cannoni più moderni - dice il maggiore Oleksandr, della 45ª Brigata di artiglieria - perché i nostri nemici hanno artiglieria a lungo raggio".
Mercoledì gli Stati Uniti e i loro alleati si riuniranno per discutere di nuovi aiuti militari: intanto il presidente Zelensky è tornato a sottolineare come l'esito della guerra dipenderà dalla velocità e dalla generosità di eventuali nuove spedizioni. "Attiriamo quotidianamente l'attenzione dei nostri partner sul fatto che solo un numero sufficiente di artiglieria moderna garantirà il nostro vantaggio e finalmente la fine della tortura russa sul Donbas".
Senza un aumento ampio e rapido degli aiuti militari, l'Ucraina rischia una sconfitta nella regione orientale del Donbas, avvertono i funzionari ucraini. Questo aprirebbe la strada alla Russia per proseguire l'offensiva verso Odessa e Kharkiv dopo essersi riorganizzata nei prossimi mesi, e potenzialmente fino alla capitale, Kiev.
Kiev stima di aver bisogno di migliaia di pezzi di artiglieria, 200 sistemi missilistici, 500 carri armati; ma per ora, nelle officine militari di Mykolaiv, soldati ed esperti civili sono costretti a riparare le vecchie armi in dismissione