In giornata l'ordine di Kiev ai soldati "Smettete di combattere"; Intanto Bucha, città simbolo degli orrori della guerra, è stata visitata dall'arcivescovo Paul Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati
Secondo fonti russe, più di 1.900 soldati ucraini si sono già arresi alle Forze russe questa settimana dopo aver trascorso quasi due mesi asserragliati nell'acciaieria Azovstal a Mariupol.
A tutti loro è stato ordinato di smettere di difendere questo punto strategico, come ha spiegato in un video il comandante del reggimento Azov.
"I vertici militari - dice Denys Prokopenko, comandante del reggimento - hanno dato l'ordine di salvare le vite e preservare il benessere dei militari della guarnigione, cessando la difesa della città".
La resa degli ultimi difensori ucraini a Mariupol permette alla Russia di liberare forze per il fronte del Donbass, il cui controllo si sta avvicinando, sempre a detta di Mosca.
"Le unità delle Forze armate russe - dice Sergei Shoigu, ministro della Difesa russo - insieme alle divisioni della milizia delle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk, continuano ad aumentare il controllo sui territori del Donbass.
La liberazione della Repubblica popolare di Lugansk è quasi completata".
Un'avanzata lentissima ma devastante, da cui migliaia di civili ucraini stanno cercando di fuggire: la città di Severodonetsk subisce l'inesorabile martellamento dell'artiglieria russa.
Secondo il governatore regionale, 12 persone sono state uccise nelle ultime ore e più di 40 ferite in vari attacchi.
Nel frattempo, Bucha, città simbolo degli orrori della guerra, è stata visitata dall'arcivescovo Paul Gallagher: il segretario vaticano per i rapporti con gli Stati ha pregato vicino alla fossa comune dove sono state sepolte decine di civili uccisi dalle truppe russe.