ll presidente di Interpol indagato per tortura

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La Procura antiterrorismo di Parigi indaga sul caso da fine marzo, a rivelare la notizia l'agenzia di stampa francese Afp

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Il presidente di Interpol, il Maggiore Generale degli Emirati Arabi Ahmed Nasser al-Raisi, è indagato per complicità in tortura dalla Procura di Parigi in seguito alla denuncia di due cittadini britannici.

I due inglesi, Matthew Hedges e Ali Issa Ahmad, entrambi detenuti negli Emirati Arabi Uniti prima che al-Raisi fosse eletto presidente dell'Agenzia di polizia mondiale con sede a Lione (Francia), hanno testimoniato contro di lui presso l'Unità giudiziaria specializzata per i crimini contro l'umanità e i crimini di guerra del Tribunale di Parigi.
Lo hanno reso noto i legali dei due cittadini britannici.

Nella denunica si parla di "tortura" e "detenzione arbitraria" nel 2018 e nel 2019.

Matthew Hedges era uno studente di dottorato negli Emirati Arabi Uniti quando è stato imprigionato per quasi sette mesi, nel 2018, con l'accusa di spionaggio. Ha detto di essere stato torturato e, a volte, tenuto in isolamento senza poter avere accesso ad un avvocato.

Ali Issa Ahmad ha dichiarato di essere stato detenuto e torturato dagli agenti di sicurezza degli Emirati Arabi Uniti durante il torneo di calcio della Coppa d'Asia 2019, a cui aveva partecipato nel Paese del Golfo.

Secondo la legge francese, "un'indagine aperta dovrebbe portare alla detenzione di al-Raisi, per interrogarlo mentre si trova in territorio francese", ha dichiarato l'avvocato internazionale dei britannici, Rodney Dixon.

Ahmed Nasser al-Raisi, alto ufficiale di polizia degli Emirati, è già al centro di un'altra inchiesta sempre per accuse di tortura.

Negli Emirati, al-Raisi ha ricoperto la carica di ispettore generale del Ministero degli Interni ed è stato più volte accusato di tortura: su di lui pendevano denunce penali in cinque paesi, tra i quali - per l'appunto - la Francia, dove l'Interpol ha sede.

Al-Raisi è stato eletto presidente dell'Interpol a novembre, all'assemblea di Istanbul, con un mandato di quattro anni.
Ancora prima della sua elezione, era stato accusato da gruppi per i diritti umani di essere coinvolto in torture e detenzioni arbitrarie negli Emirati Arabi Uniti.

Gli Emirati hanno sempre negato le accuse.

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