Ad influire sul risultato, che ha portato alla riconferma di Orbàn e Vucic al potere, è stata la mancanza di condizioni di parità in campagna elettorale tra i candidati in corsa
Un voto libero ma scorretto, esattamente come nel 2018. Questo è quanto emerge dalle prime osservazioni della missione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) sulle elezioni ungheresi, che hanno visto trionfare ancora una volta il nazional-conservatore Viktor Orbàn e il suo partito Fidesz.
Secondo i 200 osservatori inviati in Ungheria, il voto si è svolto in modo regolare, ma è stata la mancanza di condizioni di parità tra i candidati in campagna elettorale ad aver influito sul risultato.
"La trasparenza e l'insufficiente controllo delle finanze della campagna elettorale hanno ulteriormente avvantaggiato la coalizione di governo", spiega in conferenza stampa Kari Henriksen, coordinatrice della missione Osce. "La base e la mancanza di equilibrio nella copertura delle notizie e l'assenza di dibattiti tra i principali concorrenti limitano significativamente l'opportunità degli elettori di fare una scelta infromata".
L'Osce ha criticato allo stesso modo le elezioni presidenziali, parlamentari e amministrative tenutesi nella vicina Serbia, sempre questa domenica. "Si sono svolte su un campo di gioco impari", con una serie di carenze che hanno fatto pendere l'ago della bilancia a favore del presidente uscente Aleksandar Vucic e del suo Partito Progressista Serbo (Sns), ha dichiarato l'organizzazione in merito.