Crisi ucraina e caro carburante: gli autotrasportatori minacciano di fermarsi. L'appello del sindacato: "Facciamo fronte comune"
La filiera del disagio parte da lontano: la crisi ucraina si riflette pesantemente sul costo di benzina e diesel, che in Italia hanno già abbondantemente sforato i 2 euro al litro.
Autotrasportatori e flotte di pescherecci hanno minacciato lo sciopero, bocciato dalla Commissione di garanzia per il "mancato rispetto del termine di preavviso di 25 giorni e l'assenza della predeterminazione della durata dell'astensione".
Ma in Sardegna, dove il trasporto delle merci su gomma è prioritario, la protesta non si ferma.
"Nessuna organizzazione sindacale ha proclamato lo sciopero: si tratta di una serrata annunciata da un numero non trascurabile di trasportatori per l'isola - dice il segretario generale della Filt-Cgil Sardegna, Arnaldo Boeddu - il problema del caro carburante è sotto gli occhi di tutti, ma servono soluzioni strutturali da parte del governo".
La paura dei rincari e l'assalto a market e stazioni di servizio
L'annuncio della protesta, nei giorni scorsi, aveva fatto temere il blocco delle merci, soprattutto dei prodotti alimentari, e dei rifornimenti di carburante: uno scenario che - anche per l'allarme di altri possibili aumenti dei prezzi - si era tradotto nella corsa all'acquisto di cibo (pasta, zucchero, farina, olio e riso), con file di auto alle stazioni di servizio per fare il pieno di benzina.
"La situazione si è più o meno normalizzata - spiega Boeddu - è però bastato un messaggio virale, fatto girare da alcuni di questi autotrasportatori, che ha creato un vero e proprio panico, un allarme ingiustificato e ingiustificabile, condannato dalle organizzazioni sindacali".
Appello al governo: "Giù le accise"
Per calmierare il caro carburante il sindacato sollecita la cancellazione delle accise e la rimodulazione dell'Iva e invita gli autotrasportatori a un'azione comune: "Noi chiediamo agli autotrasportatori di sedersi a un tavolo insieme ai sindacati e alle associazioni datoriali, in modo da avere una piattaforma rivendicativa che prema sul governo per un intervento immediato".
I sindacati parleranno con i rappresentanti del governo martedì. Senza uno spiraglio, sarà mobilitazione sabato 19 marzo.