In uno stravagante allestimento approda alla Scala di Milano la Thais di Jules Massenet. L'eterno fascino del sacro e il profano nella magistrale interpretazione di marina Rebeka
Tutto ciò che al cinema non fa battere ciglio, a teatro accende ancora pudori.
Sarà forse questo l' immutato fascino del mix di sacro e profano, di alchimie complesse che danno vita a personaggi come la Thaïs di Jules Massenet, alla Scala di Milano fino al 2 marzo . Un evento culturale di grande livello, magistralmente diretto da Lorenzo Viotti, giovane e talentuoso Direttore Musicale dell’Opera di Amsterdam .
L'opera è un tripudio di citazioni e rimandi letterari : dall'inferno dantesco al romanzo di Anatole France .
L'amore sfaccettato, in ogni sua declinazione, paura, desiderio, ricerca della felicità , erotismo, incarnati nella sensuale Marina Rebeka nei panni di Thais,
L'innegabile talento di Olivier Py, debutta alla Scala , forte dei consensi precedentemente raccolti confrontandosi con giganti del calibro di Claudel, Eschilo e Shakespeare.
Al sempre verde fascino della donna perduta e redenta, condannata e perdonata , desiderata con passione e qualche volta maledetta, fa da sfondo una colorata modernità , luci al neon, corpi nudi e guepiere ammiccanti , in un sorprendente cocktail pop cult.