Dallo Scià Reza Pahlavi all'Ayatollah Khomeini, fino all'Accordo sul nucleare, messo in crisi da Trump: dal 1979 è migliorata la vita degli iranianI? @TassoOfficial @euronews @euronewsit #khomeini #iran #rivoluzioneislamica
Centinaia di migliaia di iraniani sono scesi in strada per commemorare il 43° anniversario della Rivoluzione islamica del 1979, che ha rovesciato lo Scià Reza Pahlavi e installato un regime teocratico sciita in Iran, guidato dall'Ayatollah Khomeini.
Bandiere verdi-bianco-rosse, auto che suonano il clacson, poster degli ayatollah e slogan contro i nemici israeliani e americani, sullo stile "Morte a Israele" e "Morte all'America".
Con poche variazioni al copione, questo rituale si ripete ogni 11 febbraio, da decenni, in molte città dell'Iran, per celebrare la cosiddetta "gloriosa vittoria della rivoluzione islamica".
Ricordando Khomeini e...Soleimani
Piazza Azadi (Libertà) a Teheran, uno dei simboli della rivoluzione, è stato il luogo principale delle celebrazioni, anche se il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha preferito tenere il proprio discorso alla Moschea Mosala nel Complesso Imam Khomeini della capitale, ornato da enormi foto del leader della rivoluzione Ruhollah Khomeini e di Qasem Soleimani, ex generale a capo della Forza Quds, il corpo d'élite dei Guardiani della Rivoluzione, assassinato dagli Stati Uniti il 3 gennaio 2020.
Nell'ambito delle celebrazioni per l'anniversario, il Leader Supremo dell'Iran, Ali Khamenei, ha commutato le condanne di 3.388 prigionieri in pene detentive più lievi.
I ministri degli Esteri di Svizzera, Russia, Cina, Giappone, Polonia, Turchia, Pakistan, Romania, Estonia, Tagikistan, Uzbekistan, Azerbaigian, Bielorussia, Kirghizistan, Corea del Nord e Siria hanno inviato messaggi di felicitazioni a Teheran.
Accordo nucleare da rilanciare
L'anniversario della Rivoluzione islamica arriva sullo sfondo dei colloqui di Vienna per il rilancio dell'Accordo sul programma nucleare iraniano del 2015, a lungo ad un passo dal fallimento definitivo, dopo il ritiro unilaterale deciso dall'ex presidente Donald Trump nel 2018.
Il suo successore, Joe Biden, sulla questione del nucleare iraniano, è stretto in una "morsa": sta puntando tutto sul successo dei negoziati, in tempi rapidi, con Teheran, perché altre eventuali opzioni - non meglio identificate - vengono definite da Washington "troppo pericolose".
Il governo iraniano insiste sul fatto che la revoca delle sanzioni economiche statunitensi è l'unico modo per salvare l'accordo, mentre gli Stati Uniti e l'Europa hanno a lungo sottolineato che i negoziati hanno ormai le ore contate, soprattutto di fronte alla rapida accelerazione del programma nucleare iraniano.
Per molto tempo, l'argomento-Iran era finito fuori dall'agenda della Casa Bianca, a causa dell'impasse dei negoziati, che a Vienna vanno avanti da dieci mesi.
Improvvisamente, però, il "JCPOA", l'accordo che avrebbe dovuto impedire all'Iran di costruire la bomba atomica, è rientrato prepontentemente nel dibattito americano.
Euronews racconta
Reportage sui 40 anni della Rivoluzione iraniana.
11.2.2019