Non c'è accordo tra e forze politiche sul nome del successore di Sergio Mattarella. Attesa per il vertice di centro destra e per un possibile confronto tra Enrico Letta e Matteo Salvini per una soluzione finale
Nessuna sorpresa, si va al quinto scrutinio. Come ampiamente previsto servirà un'altra giorata e soprattutto un'altra nottata di trattative per raggiungere un accordo sull'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Anche oggi un messaggio dall'urna è arrivato indirettamente a Sergio Mattarella, chiamato in causa da 166 elettori . Fatto sta che i partiti, non sono andati al di là delle dichiarazioni di facciata sulla necessità di trovare una convergenza per il bene del paese e non sono stati ancora in grado di esprimere una preferenza condivisa. E questo nonostante l'abbassamento del quorum che con la maggioranza semplice è sceso a 505 voti, la metà più uno dei grandi elettori.
Anzi, gli animi sembrano piè accesi che mai, con Renzi sconcertato per l'astensione del centro destra e la risposta piccata di Salvini che gli imputa di non essersi esposto con alcuno proposta. E mentre il vertice di centrodestra è convocato in serata, non è escluso un un incontro tra Letta e Salvini dopo ch il leader della Lega ha escluso tassativamente la possibilità di votare Pierferdinando Casini.
Tra i nomi nell'arena (oltre a quello di Maria Elisabetta Casellati, che nelle ultime ore sembrava il coniglio giusto del cilindro del centrodestra), anche quello di Elisabetta Belloni, ex segretario generale della Farnesina ora direttore generale del Dis. Meloni è possibilista, no di Renzi e dei centristi.
Il nuovo rinvio del voto - questa sembra essere la sensazione predominante soprattutto tra gli esponenti del centrosinistra - potrebbe riporatre in quota anche il nome di Mario Draghi. Resta peré molto compatto il fronte di quanti lo ritengono imprescindibile a Palazzo Chigi per garantire la stabilità dell'esecutivo.
Curiosità
Il quinto scrutinio non si è mai concluso, nella storia, con l'elezione del Presidente della Repubblica.
Per quattro volte è stato decisivo il quarto scrutinio ( per i presidenti Einaudi , Gronchi, Napolitano
e Mattarella ).