Crisi migratoria: morti assiderati sepolti nei boschi

Crisi migratoria: morti assiderati sepolti nei boschi
Diritti d'autore Czarek Sokolowski/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
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Dal premier ungherese Orban una dura condanna per Bruxelles: "finanziano tutto ciò che attrae i migranti e non proteggono le frontiere"

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Aveva 37 anni l'uomo trovato morto - probabilmente per via della fame e del freddo - e sepolto nella nuda terra dei boschi: sono scene da prima guerra mondiale quelle che arrivano dalla terra di nessuno tra Polonia e Bielorussia, e che meglio di ogni altra cosa rappresentano il costo disumano di questa crisi migratoria.

L'Unione europea è in pressing sulla Polonia affinché consenta l'accesso alle agenzie umanitarie, ma nel frattempo sta per mettere in lista nera gli operatori di viaggio coinvolti nel traffico di esseri umani all'interno del territorio comunitario.

MATEUSZ SLODKOWSKI/AFP or licensors
23 novembre: membri della comunità musulmana seppelliscono un bimbo di 27 settimane nato morto da una migrante irachena al cimitero di Bohoniki, confine polacco-bielorussoMATEUSZ SLODKOWSKI/AFP or licensors

"Siamo pronti a emettere sanzioni contro chi partecipa a questo traffico di persone: compagnie aeree, aeroporti,uffici di viaggio, qualsiasi cosa" ha detto l'Alto rappresentante agli affari esteri Josep Borrel. "Ma ora il problema più importante non è l'afflusso ma prendersi cura di queste persone: dobbiamo fornir loro assistenza umanitaria".

**Interviene anche Human Rights watch  **

Sulla crisi interviene anche Human rights watch che ne ha per Minsk ma non risparmia critiche neppure nei confronti della Polonia. Il vice direttore dell'Ong per Europa e l'Asia centrale, Benjamin Ward,  

"Sebbene la Bielorussia sia responsabile di questa crisi, le nostre ricerche dimostrano che le azioni della Polonia stanno peggiorando la sofferenza che le persone stanno vivendo. Sia a causa del respingimento dei migranti e dei richiedenti asil, a volte anche ripetutamente, sia perché negano l'accesso umanitario nella zona di confine dove hanno dichiarato lo stato di emergenza".

 "Penso sia anche giusto aspettarsi uno standard di condotta elevato da parte degli Stati membri dell'Ue come dovrebbe essere in una democrazia. C'è un impegno a rispettare i principi fondamentali nella tutela dei diritti umani. Quindi, deve essere garantito l' accesso umanitario e ai richiedenti asilo l'accesso alle pratichee questo potrebbe comportare un cambiamento significativo della situazione sul lato polacco".

Sebbene la Bielorussia sia responsabile di questa crisi, le nostre ricerche dimostrano che le azioni della Polonia non aiutano anzi peggiorano le sofferenze che queste persone stanno vivendo
Benjamin Ward, Human rights watch

D'altro avviso sono i membri del gruppo di Visegrad, che hanno espresso solidarietà alla Polonia, condannando duramente la Bielorussia quanto le politiche europee: in prima linea, come sempre, c'è il premier ungherese Viktor Orban.

" Bruxelles porta avanti una politica sbagliata - ha detto Orban - e finanzia praticamente tutto ciò che aumenta la pressione migratoria. Tutto ciò che il linguaggio migratorio internazionale chiama fattore di attrazione è tutto attivo e sostenuto dall'Unione Europea. Sostiene le ONG, promuove programmi d'integrazione, e così via. Non dà soldi solo per una cosa, e cioè la protezione fisica del confine. Quindi la posizione ungherese è ancora che l'Unione europea deve pagare i costi della protezione delle frontiere europee".

Secondo le autorità polacche la situazione sul terreno rimane tesa. Grandi gruppi di migranti stanno tentando di attraversare la Polonia e continuano a lanciare pietre per ferire le guardie di frontiera.

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