La conferenza di Glasgow sul cambio climatico rischia di chiudere senza successo
Quanto sono credibili gli Stati che alla COP26 discutono su come ridurre il riscaldamento globale e poi continuano a investire in petrolio, gas e carbone? La domanda, retorica, l'ha posta il segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, parlando al vertice globale sull'ambiente.
"Le promesse suonano vuote quando l'industria dei combustibili fossili riceve ancora trilioni in sussidi, come misurato dal FMI. O quando i paesi continuano a costruire centrali elettriche a carbone o quando il carbonio non ha ancora un prezzo, distorcendo i mercati e le decisioni degli investitori. Ogni paese, ogni città, ogni azienda, ogni istituzione finanziaria deve ridurre radicalmente, credibilmente e in modo verificabile le proprie emissioni e decarbonizzare i propri portafogli a partire da ora".
Lo stimolo di Guterres arricchisce il dibattito sui risultati effettivi che la conferenza di Glasgow punta ad ottenere. La bozza di documento su cui lavorano le delegazioni resta a metà: troppo per gli scettici, troppo poco per gli ecologisti.
Per molti esperti, come Fernanda Carvalho, del WWF, il documento conclusivo dovrebbe mettere in evidenza tre questioni: la richiesta a tutti i paesi di rivedere gli obiettivi per il 2030 per restare entro una crescita di 1,5 gradi; la menzione esplicita della graduale eliminazione dei sussidi per i comustibili fossili, e la richiesta a tutti i paesi di prendere in considerazione l'ambiente na turale come soggetto da tutelare. Così, forse, si comicerebbe a dare risposte vere".
Con una marcia in netta salita, la COP26 si accontenterebbe di impegni espliciti per confermare i termini dell'accordi di Parigi, che puntano a contenere sotto 1,5 gradi il riscaldamento globale. Un obiettivo che già si rivela minimale: secondo alcuni studi l'aumento globale delle temperature sarà superiore a 2,7 gradi centigradi.