Vittoria e sconfitta sono termini relativi, soprattutto in politica: ma il giorno dopo le amministrative c'è chi guarda al M5S e soprattutto alla Lega, aspettandosi scossoni che probabilmente non ci saranno. Un po' di gioco delle parti però sì
A conti fatti non ha perso nessuno, anche se è andata poco bene per molti: il primo turno delle amministrative ha sostanzialmente confermato i colori delle amministrazioni uscenti, con l'eccezione del Movimento 5 Stelle che ha però nelle sue corde l'alleanza con il PD a Roma come a Napoli e a Torino. C'è chi parla di scossoni in un centro-destra dalla leadership discussa, e in particolare nella Lega. Il Carroccio ha qualche decina di sindaci in più rispetto al 2016 ma ha perso sugli ultimi sondaggi, è un calo prolungato e quindi c'è chi parla di strappi, forse addirittura di uscita dal governo.
Per Lorenzo Castellani, docente di Storia delle Istituzioni politiche alla Luiss, questo rischio non c'è:
"È molto difficile che un partito come la Lega in questo momento vada incontro a scissioni o rotture drastiche: ciò che è possibile è una Lega che naturalmente resta all'interno della maggioranza, almeno fino all'elezione del prossimo presidente della Repubblica, ma con delle posizioni più dure su alcune questioni, come il fisco o l'immigrazione, per cercare di recuperare o comunque di tenere consensi che stanno scappando o sono in discesa. Questo mi sembra lo scenario più probabile, quindi nulla di traumatico ma una tensione che si alza un po' sia nel governo che nella Lega stessa"
E in effetti il primo strappo lo si è avuto nel pomeriggio, con i ministri leghisti assenti dal Consiglio dei Ministri che doveva varare la delega fiscale. Il PD ha sollevato la questione, Più Europa ha parlato di scelta politica inaccettabile, Salvini ha spiegato che si trattava di non firmare una delega in bianco, che dovrebbe essere chiaro che non si alzeranno le tasse, e Draghi in conferenza stampa ha poi spiegato che una legge delega è necessariamente vaga perché poi ci saranno i decreti delegati e ha promesso che anche la revisione degli estimi catastali non comporterà variazioni sul piano fiscale per i proprietari di casa.
"La tenuta quindi della coalizione guidata dal presidente del Consiglio Mario Draghi non è a rischio, gli esperti sottolineano che si tratta pur sempre di elezioni locali, così come non c'è il rischio che la Lega di Matteo Salvini decida di lasciare la coalizione. Ad attendere i partiti di maggioranza nei prossimi mesi la discussione sulla finanziaria e la scelta del Presidente della Repubblica", commenta Giorgia Orlandi, corrispondente di Euronews da Roma.
E intanto già tra due settimane ci sono i ballottaggi, seppur dall'esito apparentemente scontato (anche se in politica non si sa mai).