Afghanistan, scioperi e altri disastri, la settimana difficile per l'Europa

Afghanistan, scioperi e altri disastri, la settimana difficile per l'Europa
Diritti d'autore Khwaja Tawfiq Sediqi/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Stefan Grobe
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Ritiro caotico dal paese asiatico e dimostrazioni in diversi paesi Ue. Euronews intervista Mark Leonard, analista politico che ha trovato un'interconnessione tra tutti gli scenari critici

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Rientro dalle vacanze piuttosto teso in Europa e altrove. Questa settimana, i macchinisti tedeschi hanno indetto l’ennesimo sciopero, in Grecia la Polizia si è scontrata duramente con i no-vax durante una recente manifestazione; e in Polonia monta la tensione sociale contro la controversa riforma della giustizia.

Caos Afghanistan

Il ritiro degli Stati Uniti ha avuto conseguenze anche per i paesi europei, anche perché nessuno degli alleati aveva intenzione di rimanere in Afghanistan da solo.

La crisi ha quindi ha riaperto il vecchio dibattito sulle capacità militari comunitarie, la dipendenza dagli Stati Uniti è tale che l’Unione non sarebbe stata in grado di evacuare i cittadini europei da Kabul senza i mezzi sofisticati dell’esercito americano. Il che ha fatto riflettere anche il capo della diplomazia europea. “Dopo gli eventi in Afghanistan – ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera Josepp Borrell - appare più che mai evidente che l’Europa ha bisogno di investire maggiormente nella sua difesa militare comune. Abbiamo già delle brigate, i battle-groups, ma non le abbiamo mai usate. Forse è arrivato il momento di attivare dei gruppi militari più operativi”

L’intervista

Mark Leonard, direttore del think tank European Council on Foreign Relation ha appena pubblicato un libro che analizza i legami tra le diverse crisi mondiali degli ultimi dieci anni. Il titolo del saggio in inglese è “The Age of Unpeace. How Connectivity Causes Conflict» (L’era senza pace. La connessione causa il conflitto), parte dall’assunto che interconnessione moderna sta causando divisione e non maggior senso di unità. Ma cosa è andato storto?

“Se non iniziamo da subito a stabilire delle regole per rendere Internet un luogo più sicuro – mette in guardia l’autore - la situazione potrebbe andare fuori controllo. E abbiamo visto attraverso i cambiamenti climatici e la pandemia come la globalizzazione possa effettivamente diventare qualcosa di malsano. Dobbiamo trovare il modo di stabilire confini sani. Dobbiamo prenderci cura di noi stessi a casa, nella società e in rete”. Quanto alle frange di società arrabbiate che si sentono le vittime economiche e sociali della globalizzazione, Leonard suggerisce di “cercare di reintegrarle al più presto. Bisogna fare in modo che queste frange non trovino una via per distruggere la coesione sociale dall’interno, così come è successo negli Stati Uniti quando è stato eletto Donald Trump".

Protesta nudista

Nei Paesi Bassi, il nutrito popolo dei ciclisti, che lamenta una presenza di automobili troppo invasiva e inquinante, è sceso in piazza ad Amsterdam per chiedere più sicurezza. E per non rischiare di non avere abbastanza visibilità, i ciclisti erano nudi. Secondo i manifestanti infatti “se indossi i vestiti per gli automobilisti sei invisibile. Ma quando sei nudo tutti ti guardano”.

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