Regno Unito, le sorti dei minori non accompagnati in fuga dalla guerra

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In attesa di asilo, i minori non accompagnati vengono alloggiati in strutture non adeguate: è la denuncia degli attivisti nel Regno Unito

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È sempre più difficile ma continuano ad arrivare, da soli, sulla costa meridionale dell'Inghilterra.
Sono i bambini rifugiati, aiutati dalle loro famiglie a scappare da paesi come la Siria, l'Eritrea e l'Afghanistan.
Nonostante il provvedimento, approvato nel marzo scorso, che abolisce la protezione per i piccoli rifugiati e il ricongiungimento familiare per i minori stranieri non accompagnati, loro sono comunque arrivati e imparano a vivere la loro nuova vita.

"Sono stati spesso costretti a combattere - dice Bridget Chapman, responsabile di un centro di accoglienza nel Kent - Abbiamo giovani afghani che avevano più o meno 14 anni e gli è stato detto che sarebbero stati reclutati dai talebani. Le loro famiglie hanno fatto tutto il possibile per portarli al sicuro. Sono sempre stupita di come possano superare ciò che è successo loro e sembrare allegri, ma ci sono momenti in cui facciamo parliamo un po' e si aprono - spiega Chapman - Hanno visto genitori uccisi davanti a loro, hanno visto compagni di viaggio annegare e questo lascia un segno enorme".

I volontari del centro insegnano ai bimbi a essere indipendenti: cucinare, pulire, fare economia, avere relazioni sane.

Hadi Oryakheil ha 21 anni ed è arrivato qui dall'Afghanistan cinque anni fa: "Nessuno parte per divertimento - dice - nessuno rischia per il piacere di venire in un posto nuovo. Tutti sanno cosa succede nel nostro Paese. Ho una famiglia lì, ma non so dove. Quando sono venuto qui li ho persi e ho perso il contatto con loro. Mi sto godendo la mia nuova vita e lavoro tutto il tempo. Non penso molto a quella cosa ma non la dimenticherò mai, la ricorderò per sempre".

Si stima che 1 su 10 dei richiedenti asilo, che attraversano la Manica su piccole imbarcazioni, sia un bambino non accompagnato.

Quando arrivano qui, e vengono accolti dalle autorità per trattare le loro richieste d'asilo, il loro calvario non è finito. Gli attivisti sostengono che il governo britannico non abbia fornito una sistemazione adeguata: molti bambini vengono alloggiati in alberghi, che sono stati chiusi e riadattati, spesso pattugliati da guardie di sicurezza. Dal mese prossimo questa soluzione sarà vietata dalla legge.

"È più di un anno che documentiamo la situazione in questi alloggi - spiega Maddie Harris di Human for Rights Network - si tratta di alloggi che sono in gran parte gestiti da guardie di sicurezza con pochissima formazione o esperienza su come avere a che fare con personemolto vulnerabili".

Il governo britannico ha detto a Euronews di essere determinato a porre fine all'uso degli hotel per ospitare i minori non accompagnati, ma gli attivisti temono che la decisione non arrivi presto.
Un altro capitolo delle storie oscure di questi bambini.

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