La rinascita del "made in Europe" (anche) grazie all'antidumping. Ma c'è chi dice no

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Di Hans von der Brelie
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Il dumping asiatico ha lasciato profonde ferite nel panorama industriale europeo: l'Unione europea è in grado di salvare il "made in Europe" e i posti di lavoro europei? Andiamo a investigare nelle Ardenne.

Il dumping asiatico ha lasciato profonde ferite nel panorama industriale europeo: l'Unione europea è in grado di salvare il "made in Europe" e i posti di lavoro europei? Andiamo a investigare nelle Ardenne.

Un ritorno inatteso a Revin

Negozi chiusi, case in vendita... Decenni di delocalizzazioni industriali in paesi dalla manodopera a basso costo hanno fatto grossi danni in molte zone della Francia, come nella cittadina di Revin, al confine con il Belgio. Ma ora arriva una notizia in controtendenza: un importante produttore di biciclette, Mercier, ha annunciato il suo ritorno in Francia, proprio a Revin.

"Negli anni '80-90 - spiega il sindaco, Daniel Durbeck - Revin faceva 12.500 abitanti, oggi poco più di 6 mila. Abbiamo perso la metà della popolazione e la disoccupazione è al 27 per cento, è enorme..."

La pandemia ha alimentato la domanda. Il progetto è di avviare la produzione all'inizio dell'anno prossimo per un milione di biciclette all'anno. L'investimento, di 11 milioni di euro, è coperto in gran parte da sovvenzioni francesi ed europee.

Ma molti componenti sono ancora fabbricati in Asia: ecco perché la scelta di un sito non lontano dai porti di Rotterdam e Anversa. Anche un facile accesso ai mercati chiave è importante, spiega Maryline Le Maou, project manager dell'agenzia di sviluppo regionale: "Qui siamo vicini ai più grandi paesi europei, c'è un'apertura verso l'Europa del nord, verso l'Europa dell'est, e un mercato di 110 milioni di abitanti".

A Revin verranno creati 270 posti di lavoro. Quando la notizia è stata resa pubblica, nel giro di pochi giorni centinaia di domande di lavoro sono arrivate all'ufficio di collocamento. Tra di loro, Michael: la chiusura della sua fabbrica l'ha fatto sprofondare in un'attività permanente di ricerca di lavoro.

"Io abito a Revin, poter avere un lavoro sul posto è un grosso vantaggio - conferma -: basta spostamenti a destra e a manca, e soprattutto c'è la possibilità di ritrovare un lavoro stabile. In questo momento faccio dei lavori interinali, una settimana qui e una là... Questa non è vita".

L'Unione europea dispone di strumenti per combattere la concorrenza sleale. Per proteggere le industrie europee, la Commissione ha introdotto tariffe doganali antidumping in alcuni settori. L'amministratore delegato incaricato del ritorno in Francia di Mercier, Jean-Marc Seghezzi, non è però affatto favorevole a misure antidumping alle frontiere esterne dell'Unione europea. Secondo lui "Questa tassa antidumping è uno specchietto per le allodole. È un po' complicato felicitarsi dei dazi anti-dumping quando si sa molto bene che l'80 per cento dei produttori dei nostri componenti sono asiatici... Penso che ci sia soprattutto bisogno di riflettere su come relocalizzare queste produzioni, oppure incitare i produttori mondiali, nella fattispecie asiatici, a venire da noi in Europa, se non proprio in Francia".

La rinascita della bicicletta a Saint-Etienne

Spostiamoci a Saint-Étienne, culla storica delle biciclette made in France_. _Negli anni '20 del '900 erano in migliaia a lavorare nelle fabbriche di biciclette locali. Joelle Virissiel, mediatrice culturale del Museo d'arte e industria, sa tutto dell'ascesa e della successiva caduta della sua città nella storia industriale: "Nel 1886 il campione britannico di ciclismo Duncan presenta la cosiddetta bicicletta di sicurezza a Saint-Etienne - racconta. Viene accolto dai fratelli Gauthier, meccanici nell'industria delle armi, che si ispireranno alla sua bicicletta per produrre la prima bicicletta francese a Saint-Etienne. Inizia così una grande storia industriale nella nostra città: c'è un fermento d'idee, brevetti, invenzioni per il cambio di velocità, nel 1911 a Saint-Etienne viene inventato il deragliatore... Gli anni '20 sono gli anni d'oro della bicicletta... Ma negli anni '70, con la crisi, le delocalizzazioni, l'ascesa delle fabbriche straniere, Saint-Etienne non riesce a tenere il passo".

A rendere omaggio alla storia dell'industria locale è una start-up che ha lanciato una bicicletta da trasporto progettata per famiglie con bambini. Ma quali sono le ragioni della rinascita delle biciclette made in Europe? Per il cofondatore Patrice Faivre-Duboz, "Lavorando con abitanti del posto si guadagna agilità e flessibilità. E poi, se ci sono delle piccole modifiche da fare, è molto più facile farle con gente del posto che mandare mail con progetti e poi eventualmente essere costretti a spostarsi nelle fabbriche in Cina, per esempio, per far fabbricare dei prodotti".

Si tratta di un boom innescato esclusivamente dalla crescente domanda sul mercato o hanno contribuito in qualche modo anche i dazi antidumping europei? Per Aurélien Bonnet, direttore tecnico di Easy Design Technology, "Le tasse antidumping hanno favorito questa scelta di riconcentrare tutto a livello locale e nei paesi vicini". E il suo direttore delle vendite, Thibaud Vignali, rincara: "Abbiamo la fortuna in Francia, in Europa, di essere protetti dalle leggi, questa famosa tassa antidumping che permette di ridurre nettamente l'importazione di pezzi e di bici dall'Asia allo scopo di proteggere l'economia francese ed europea da prodotti che sono spesso fabbricati a costi inferiori in certi paesi asiatici".

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