L'uomo dalle "mani elettroniche" vive a Novosibirsk: con cinque chip, la vita è più semplice

L'uomo dalle "mani elettroniche" vive a Novosibirsk: con cinque chip, la vita è più semplice
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Di Cristiano TassinariEuronews
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Il dottor Alexander Volchek è ostetrico-ginecologo dell'ospedale di Novosibirsk, nella Siberia russa. In patria è diventato una celebrità, per le sue mani piene di chip: "Mi sono semplificato la vita". Niente più bancomat, badge, mazzi di chiave, password... Ora sogna di farsi impiantare app mediche

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L'uomo dalle "mani elettroniche" lavora all'ospedale di Novosibirsk, nella Siberia russa.

Il dottor Alexander Volchek, ostetrico-ginecologo, nel 2014 si è impiantato sottopelle il primo dei cinque chip che ha nelle mani.

Perchè lo ha fatto? Per semplificarsi la vita...

Tutto si apre magicamente e tecnologicamente

Infatti, non ha più bisogno del bancomat, della carta di credito, dei mazzi di chiavi per aprire la porta di casa o del badge per entrare nell'ospedale dove lavora: basta avvicinare la mano a qualsiasi cosa e tutto funziona magicamente e tecnologicamente...

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Basta avvicinare la mano o il polso....AP (video frame)

"Nel polso destro ho il pass per i mezzi pubblici..."

Spiega il dottor Volchek, ormai una celebrità in Russia:
"Ho cinque chip nelle mie mani. Tre qui, uno nel dito medio della mano destra e uno in quella sinistra. Il badge per entrare al lavoro, che uso più spesso, è nel dito medio, è comodo da usare. I dati della mia agenda e le mie password li tengo nel polso sinistro e in quello destro il pass dei mezzi pubblici...".

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Il dottor Volchek durante l'intervista.AP (video frame)

Uno dei chip permette addirittura di usare lo smartphone.

Applicazioni mediche da...impiantare

Ovviamente grande appassionato di tecnologia, il dottor Volchek spera di potersi presto inserire anche delle app mediche, come quella per misurare il livello di zuccheri nel sangue.

"I dispositivi medici impiantati non hanno ancora raggiunto il livello di miniaturizzazione e il livello di consumo energetico che è necessario per essere utilizzato nella pratica generale", dice Volchek. "Ma manca poco".

Naturalmente i vari chip possono anche essere rimossi e questo rende l'uomo dalle "mani elettroniche" ben lieto di farsene mettere altri, in futuro, soprattutto quando saranno ancora più miniaturizzati.

I chip sono già piuttosto piccoli: uno è 2 x 12 millmetri, l'altro uno e mezzo x 7 millimetri, le un altro ancora 3 x 13 millimetri.
Sono "confezionati" in un piccolo tubo di vetro biologicamente inerte.
Sono iniettati sotto la pelle con un iniettore, una grande siringa con un ago spesso e possono essere facilmente rimossi, se lo si desidera.

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Eccoli, i chip!AP (video frame)

Inizialmente, infatti, i chip erano sei, ma uno è diventato obsoleto e così il dottor Volchek se l'è fatto togliere.

"Al giorno d'oggi questo non è un problema", spiega l'uomo dalle "mani elettroniche", "si può cambiare lavoro e adattare il chip a nuove esigenze, come una diversa serratura di una porta".

Tuttavia, il dottor Volchek pensa che la tecnologia abbia ancora aree di applicazione molto limitate.

"Il 99% del chip, per ora, è determinato dall'uso dei sistemi di controllo degli accessi. Questo è probabilmente conveniente in quelle imprese dove ci sono molte porte", spiega, sorridendo.

"La tecnologia non potrà che migliorare. E io aspetto..."

"C'è anche, diciamo, il secondo tipo di chip, che è compatibile con la tecnologia NFC (near-field communication): cioè, in teoria, possono interagire con i telefoni, comprese funzioni, per esempio, come sbloccare un telefono o lanciare un'applicazione o scrivere qualche tipo di informazione di contatto, come un biglietto da visita. Praticamente, un'altra persona può portare il suo telefono alla tua mano e vedere i tuoi contatti, senza doversi scambiare un biglietto da visita cartaceo. Ma in pratica, questi chip non sono sempre letti dai telefoni: ho avuto due chip di questo tipo, sono stati letti da un solo telefono e pure piuttosto male.
Comunque la tecnologia non potrà che migliorare, nei prossimi anni. E io sarò qui ad aspettare", conclude filosoficamente il dottor Volchek.

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