Nei mesi scorsi non tutte le famiglie potevano permettersi i soldi per la cremazione e avevano quindi seppellito i propri cari sulle rive del fiume sacro
Centinaia di corpi che riaffiorano dalle acque del Gange. Erano stati seppelliti sulle sponde del fiume sacro dell'India, ma i monsoni e le conseguenti inondazioni li hanno riportati a galla. La maggior parte di queste persone è morta per Covid, tra aprile e maggio, quando il Paese asiatico è stato investito da una devastante ondata.
"I corpi sono finiti nel fiume e galleggiano sull'acqua", spiega un residente. "Le autorità locali stanno organizzando le cremazioni, come potete vedere dalla legna accatastata. Ma poiché il livello del fiume sta aumentando, molti corpi finiranno nell'acqua e c'è la possibilità che il fiume venga contaminato". Ora è una corsa contro il tempo per cremare i corpi.
Alcune delle famiglie non si potevano permettere la legna da ardere per le tradizionali cremazioni indù e per questo le salme dei loro cari erano state immerse nel Gange o sepolte in banchi di sabbia adiacenti al fiume.